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Riportiamo la lettera inviata dal Padre Generale all'Ordine per la canonizzazione dei coniugi Luigi e Zelia Martin, che avverrà Domenica prossima 18 ottobre. Scarica qui il testo completo.
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di F. Francesco Conte ocd
Dalle stampe "Van Westerhout" del 1726
Non ci è certo nuova l’espressione «Teresa, amica di buoni libri», usata per riferirsi alla nostra Santa Madre con l’intenzione di sottolineare quanto alcune letture particolari (di antica tradizione o più recenti) possano averla influenzata, o meglio aiutata nel definire in un certo modo la sua esperienza di religiosa carmelitana e il suo messaggio per il Carmelo rinnovato e per la Chiesa tutta. In questa sede vogliamo presentare, anche solo per brevi tratti, il legame particolarissimo di Teresa di Gesù con sant’Agostino, proprio nel momento in cui la santa "scopre" le Confessioni e trova per la prima volta una conferma e un conforto a quello che lei stessa stava vivendo.
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di P. Stefano Conotter ocd
Il grande “successo” popolare dello scapolare del carmine è dovuto in buona parte al cosiddetto privilegio sabatino, fondato sulla bolla di papa Giovanni XXII, secondo cui chi porta con devozione lo scapolare della Madonna del Carmine, se termina il corso della sua vita in stato di grazia, verrà portato dalla Vergine nella piena comunione con Dio il primo sabato dopo la sua morte. Da qui il nome di privilegio sabatino. In queste righe vorrei riflettere brevemente, non tanto sull’autenticità storiografica della bolla, ma sul significato biblico del sabato come giorno a cui questo privilegio mariano è stato legato.
La Bibbia presenta il sabato come il culmine della creazione (Gn 2,2-3), il giorno del riposo di Dio in cui il tempo trova la gratuità della contemplazione (Es 20, 8-11), del culto, della gioia reciproca fra Creatore e creatura (Es 31,12-17). Anche dopo la perdita del giardino originario a causa del peccato originale, il sabato conserva questa gratuità, come se fosse un pezzo di paradiso terrestre che permane nel travaglio della storia umana.
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di P. Aldino Cazzago ocd
A chi non è capitato di alzarsi al mattino con la cosiddetta “luna storta” e di iniziare la giornata con un ingiustificato livello di insofferenza, che mieterà vittime tra le prime persone che si incontreranno? Chi non ha trascorso alcune ore, o un’intera giornata, in una noia mortale e ha concluso, un po’ sconsolato, di non aver fatto nulla di buono e di aver buttato via del tempo?
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di F. Iacopo Iadarola ocd
Ain Karem
Nuovo risveglio a Gerusalemme! Domenica 26 aprile, dopo dodici giorni di pellegrinaggio, è l’ultimo giorno di visita in Israele: ci aspetta una lunga passeggiata, di almeno una dozzina di km, dalla Città vecchia di Gerusalemme al sobborgo di Ain Karem, il luogo tradizionalmente associato alla Visitazione di Maria a sua cugina Elisabetta. Ci alziamo “in fretta” come Maria (Lc 1,39) e ci incamminiamo per la città, lasciandocela sempre più alle nostre spalle. Fra il centro storico e la periferia passiamo per dei modernissimi quartieri residenziali e amministrativi (siamo vicino agli organi centrali di Israele: il Parlamento, la Corte Suprema, lo Yad Vashem), ma con uno stile inconfondibilmente anni ’30: tutti i palazzi sono austeramente squadrati e ricoperti di lastroni di granito che ricordano da vicino i lastroni di marmo dell’edilizia fascista, o i palazzi dei quadri di De Chirico. L’atmosfera che se ne ricava è la stessa: una surreale solennità, una solidità forzata, fuori dal tempo. Non voglio certo dire che Israele si ispiri a uno Stato totalitario, ma qui mi pare evidente che ideologie simili a monte, quali ad esempio il patriottismo etnico e il militarismo, sortiscano effetti analoghi a valle. Proseguendo oltre verso la periferia della città, i palazzoni si diradano sempre più in quella che è chiamata “la foresta di Gerusalemme”: un vero e proprio bosco alle porte della città, in cui ci inoltriamo per un idilliaco sentiero fra pini e cipressi piantati negli anni ’50, e dove dimorano scoiattoli e sciacalli.
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