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da Francesco Novo, artista “veneziano”.
Seconda puntata: Brescia
di p. Ermanno Barucco, ocd
Una storia familiare riscoperta…
L’anno scorso, il 29 marzo 2023, per il centenario della beatificazione di santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, è stato esposto nuovamente nella chiesa degli Scalzi a Venezia il dipinto “Ritratto in ovale” realizzato nel 1924 dal pittore veneziano Francesco Novo, che riprese il famoso Ritratto realizzato da Celina, sorella pittrice di Teresa e anche lei Carmelitana Scalza col nome di Suor Genoveffa di santa Teresa (in seguito, del Volto Santo). Le informazioni sul pittore ci erano state comunicate dalla pronipote Maria Rizzo, veneziana. Dalla pubblicazione in internet di alcuni tratti relativi a questo dipinto di Teresina e del suo autore, Francesco Novo, si è messo in moto un processo di memoria familiare molto particolare e curioso.
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Segnaliamo la recente pubblicazione della miscellanea Teologia dell'amore, curata da P. Christof Betschart e suor Maria Manuela Romano, ocd, per le edizioni Città Nuova: "Due millenni di cristianesimo non sono bastati per fare emergere pienamente il significato della rivelazione che «Dio è amore». In questo volume collettivo, un gruppo di giovani filosofi e teologi si interroga su questo significato e sull’apporto della spiritualità carmelitana nelle sue figure, Teresa d’Avila, Giovanni della Croce, Teresa di Lisieux ed Edith Stein, alla teologia dell’amore contemporanea con la speranza di contribuire a una Weltanschauung cristiana". Fra i contributi del volume c'è anche un saggio su Teresa d'Avila di un padre della nostra Provincia veneta, Iacopo Iadarola.
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Il Teresianum organizza, nei giorni tra il 13 e il 17 marzo 2022, la 63° edizione della Settimana di Spiritualità con il titolo “Dilatasti cor meum”. La preghiera atto d’amore.
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In questi “esercizi spirituali online” per la Quaresima 2022 contempleremo ogni settimana, a partire dal mercoledì delle ceneri, il Vangelo domenicale con l'aiuto di un/a santo/a del Carmelo.
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di P. Marco Paolinelli ocd
Cento anni fa, il 1° gennaio 1922, la dottoressa Edith Stein, filosofa allieva di Edmund Husserl e già sua assistente, veniva battezzata nella chiesa parrocchiale di Bergzabern col nome di Theresia Hedwig (per il nome religioso, con cui è venerata nell’Ordine e nella Chiesa, Teresa Benedetta della Croce, si dovranno attendere ancora dodici anni). «Ben preparata e ben disposta, – recita l’atto di Battesimo – si è convertita dall’ebraismo alla religione cattolica»[1]. A qualcuno è dispiaciuto quel “dall’ebraismo” (ex judaismo), perché in effetti, più che da una sentita professione della fede ebraica, Edith usciva da un lungo periodo di ateismo o assoluta indifferenza religiosa; o meglio, piuttosto, da un cammino che, partendo da quella posizione, l’aveva condotta alla fede cattolica.
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