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Riportiamo da L'Osservatore Romano del 20 dicembre 2021 la recensione del recente saggio pubblicato per le nostre Edizioni OCD da un padre della nostra provincia, Iacopo Iadarola: «Nessuno ha un amore più grande di questo». Contributi carmelitani per una spiritualità dell’offerta della vita.
di P. Stefano Zamboni, sci
«Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13). Ma come si può dare la vita? In che modo offrire qualcosa che in fondo non ci appartiene, che è per noi dono prima d’essere possesso? E in quanti modi si può offrire la propria vita? Nel 2017 Papa Francesco ha promulgato un «motu proprio», ispirato nel titolo proprio alle parole del Quarto vangelo sopra riportate (Maiorem hac dilectionem), con il quale ha disposto che, come ulteriore possibile via di canonizzazione, vi sia anche quella che riconosce la testimonianza di quanti «seguendo più da vicino le orme e gli insegnamenti del Signore Gesù, hanno offerto volontariamente e liberamente la vita per gli altri ed hanno perseverato fino alla morte in questo proposito».
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di P. Aldino Cazzago ocd
I frequentatori della spiritualità carmelitana conoscono la toccante e profonda testimonianza di Suor Kinga della Trasfigurazione, la monaca carmelitana ungherese morta a soli 36 anni, dopo tre dolorosi e lunghi anni di malattia. Era entrata nel Carmelo nel 1988. In occasione della Solennità di Tutti i Santi pubblichiamo alcune sue riflessioni, quasi dei consigli, sull’importanza dei santi nella vita del cristiano. In italiano è possibile leggere il racconto della sua vocazione e il diario della sua malattia nel volume pubblicato dalle Edizioni OCD nel 2018 e intitolato Non mi sono tirata indietro. Diario.
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a cura delle Carmelitane Scalze di Venezia
Un culto con radici antiche
Già dalla seconda metà del XV secolo, i Carmelitani celebravano con grande venerazione la festa di san Giuseppe e furono i primi, nella Chiesa latina, a comporre un ufficio liturgico dedicato al Santo Patriarca. In seguito, con la Riforma di santa Teresa di Gesù, il santo acquista un posto pregevole nella spiritualità carmelitana, diventando uno degli elementi più caratteristici del carisma teresiano.
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Oggi, secondo il Martirologio romano (edizione ufficiale del 2004), ricorre la memoria del beato Bertoldo, rievocato con queste parole: "Sul monte Carmelo in Palestina, beato Bertoldo, che, soldato, fu ammesso tra i fratelli che su questo monte avevano abbracciato la vita monastica e, in seguito, eletto priore, affidò la pia comunità alla Madre di Dio".
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di P. Iacopo Iadarola ocd
Letture liturgiche: Ger 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33
Gv 12, 20 Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. 21 Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22 Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23 Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. 24 In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25 Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26 Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27 Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! 28 Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 29 La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30 Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32 E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33 Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
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