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Curare la storia tanto dell’Ordine intero quanto delle singole realtà è una saggia preoccupazione che risale alla nostra stessa S. Madre Teresa, come dimostrano le sue lettere e le sue Fondazioni. In questa linea si colloca in questi giorni il lavoro di P. Rodolfo Girardello, del nostro convento di Trento, che dopo tre anni di ricerca arriva a pubblicare I Carmelitani Scalzi della Provincia Veneta, Edizioni OCD, 2016, pp. 416.
Come egli precisa nella Prefazione, si tratta della storia “degli avvenimenti più importanti che riguardano la Provincia religiosa dei Carmelitani Teresiani, nati nel 1633 dentro i confini dell'allora Repubblica di S. Marco di Venezia”. E’ una storia che non parla solo dei frati, ma anche delle monache e dei terziari di questa Provincia che, inizialmente avviata dalla Provincia Lombarda, è stata eretta come realtà indipendente e a titolo pieno nel 1677, un anno dopo la beatificazione di Giovanni della Croce, scelto come suo patrono.
Si ha qui forse una storia edificante? Se lo chiede lo stesso autore. “Sostanzialmente sì, perché pervasa da una tensione spirituale autentica e spesso alta. Certo non esente da limiti umani inevitabili, presentati senza paure ma anche senza inutili sincerità. In tutto il racconto si evita l'enfasi e anche lo stile scelto, usando un tono forse anche troppo notarile e scabro, badando ad annotare solo fatti e persone, onestamente.”
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di P. Ermanno Barucco ocd
QUARTA PARTE: CONSONANZE CARMELITANE (fine)
Dopo aver introdotto la Salve Regina nella sua dimensione storica (prima parte), poetica (seconda parte) e biblica (terza parte) abbiamo gli elementi che ci permettono di comprendere un po’ meglio perché nel Carmelo questa preghiera e il suo canto siano stati “prediletti”. Tra la spiritualità mariana del Carmelo e la teologia di questa antifona si sono indubbiamente create alcune consonanze storiche, poetiche e bibliche che ora cerchiamo di presentare in una prospettiva unitaria che potrebbe apparire come un’interpretazione carmelitana della Salve Regina.
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di María del Puerto Alonso ocd
Il nostro padre e fratello San Giovanni della Croce ebbe un'infanzia molto difficile. Perse il padre in tenera età, conobbe la fame, la miseria, imparò a svolgere numerosi lavori senza riuscire ad identificarsi con nessuno. Un nostro confratello disse in diverse occasioni che Giovanni aveva tutte le qualità per essere "il patrono degli amareggiati". Ciononostante le testimonianza dei suoi processi di beatificazione e canonizzazione insistono sul fatto che egli era un uomo affabile e sereno. Un uomo convinto della presenza della misericordia di Dio nella sua vita e nella storia dell'umanità.
San Giovanni non esitava nel chiamare Dio "Padre di misericordia". E comincia così la sua famosa "Orazione dell'anima innamorata":
«Signore Dio, mio Diletto! Se il ricordo dei miei peccati ancora ti trattiene dal concedermi ciò che ti domando, fa' pure, riguardo ad essi, mio Dio, la tua volontà, che è la cosa che io desidero sopra ogni altra; ma, deh! usa la tua bontà e misericordia, e nel perdono di essi sarai conosciuto» (Sentenze, 25).
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di P. Ermanno Barucco ocd
TERZA PARTE: L'ISPIRAZIONE BIBLICA (continua)
Nella prima e nella seconda parte abbiamo presentato rispettivamente un’introduzione storica della Salve Regina e un’analisi dello stile poetico che la rende unica e profonda tanto da conquistare i cuori dei fedeli cristiani. Ma per comprendere perché questa preghiera è stata fatta oggetto di predilezione nel Carmelo dobbiamo pure fare un percorso nell’ispirazione biblica che la caratterizza.
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di María del Puerto Alonso ocd
Juana Fernández Solar nacque a Santiago del Cile il 13 luglio 1900. Fin dalla sua adolescenza si sentì irresistibilmente attratta da Cristo. Giovane devota, sportiva e serena, cercò di essere un angelo di pace in mezzo alle difficoltà familiari. Il 7 maggio 1919 fece il suo ingresso nel monastero carmelitano di Los Andes e le fu dato il nome di Teresa di Gesù. Morì il 12 aprile dell'anno seguente, dopo aver fatto la sua professione religiosa. I suoi scritti e il santuario dedicato a lei a Los Andes diffondono la sua spiritualità in Cile e in tutto il Sudamerica.
Teresa di Los Andes visse molto poco, soltanto per 19 anni. Ed è stata condizionata dalla sua epoca, nella quale la relazione con Dio era caratterizzata, in gran parte, dal timore. Ma nei suoi brevi scritti e nelle sue lettere si scorge una grande evoluzione: la misericordia di Dio diviene mano a mano e in maniera sempre più radicale la protagonista della sua vita.
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