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di Pedro Paricio Aucejo
All’inizio degli anni ’70, Fernando Savater introdusse nel mondo accademico spagnolo l’opera dello scrittore e filosofo rumeno Emil Cioran (1911-1995). Questo intellettuale provocatorio, dal pensiero controverso e alternativo, fu, nel tempo in cui visse, il grande teorico dello scetticismo, della disperazione e dell’insuccesso. Preoccupato da temi come la futilità e decadenza della vita, la noia, l’assurdo, la sofferenza, la agonia, la tirannia della storia o della morte (si sentì attratto dall’idea del suicidio), la sua opera manifesta una moltitudine di sentimenti intensi e violenti allo stesso tempo che la trascinano in una atmosfera di amarezza e di tormento. Soltanto l’ironia e la dominante tensione lirica del suo pensiero si contrappongono alla forte e appassionata espressione di una produzione scritta in maniera aforistica.
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Riportiamo (della nostra rivista dedicata a S. Teresa di Gesù Bambino) alcuni stralci da “La Scienza dell’Amore”, un’opera che raccoglie pensieri e riflessioni sulla vita e la dottrina di Santa Teresina compilata da John Wu Ching Hsiung (1899-1986), giurista, poeta, scrittore e diplomatico cinese convertito al cattolicesimo dopo aver conosciuto la santa di Lisieux. Nel suo scritto - pubblicato per la prima volta in inglese nel 1940 a Hong Kong e successivamente in cinese nel 1974 a Taipei - l’autore, uno dei giuristi più brillanti della Cina moderna (fu il principale estensore della Costituzione dalla Repubblica cinese, prima del maoismo) e primo cattolico nominato ambasciatore della Repubblica di Cina (Taiwan) presso la Santa Sede, definisce Teresa “tanto complessa quanto semplice”, “delicatamente audace e audacemente delicata”, “fluida come l’acqua ma ardente come il fuoco”. E nella prefazione alla prima edizione in lingua inglese scrisse, rivolgendosi innanzitutto a Maria: “O Madre, aiutami a dipingere un bel ritratto della tua amata figlia Teresa, che è anche la mia cara sorella spirituale!”. Poi aggiunge: “Perciò, gentile lettore, se questo scritto vi piace, tutto il merito va dato a Lei; se non vi piace invece la colpa è mia; ma se vi piace, eppure non vi induce ad amare Santa Teresa e il suo Divino Amante come faccio io, la colpa sarà vostra”.
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di P. Giacomo Gubert ocd
Matilde Serao, (Patrasso 1856; Napoli 1927), giornalista e scrittrice italiana vissuta tra Napoli e Roma, “fedele e umile cronista della propria memoria”, con un talento speciale per la caratterizzazione di ogni tipo di personaggi femminili, può essere annoverata nella ricca schiera di coloro che s’innamorarono di santa Teresa d’Avila. Ne diede testimonianza in una conferenza, che sotto trascriviamo, “pronunciata in Palermo il 25 maggio 1902, nella gran sala del Liceo Vittorio Emanuele, a totale beneficio della Società Margherita, pel patronato dei ciechi”. Dopo aver narrato del suo “incontro” con Teresa, la difende con decisione dai giudizi e pregiudizi facili, sia credenti sia increduli, che vedono in lei solo”una grande passione”. No, Teresa è di più, è vera, seria, profonda, “è una volontà libera, Teresa è una coscienza!”.
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Segnaliamo l'interessante articolo di recente pubblicato su Avvenire (13/8/15) che ripercorre brevemente la vita della grande santa carmelitana patrona d'Europa, morta nei campi di concentramento, e un link al brano, composto da Juri Camisasca e reinterpretato da Franco Battiato, intitolato "Il Carmelo di Echt": il monastero olandese da cui Edith Stein fu prelevata dalle SS per essere condotta ad Auschwitz.
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di Francesco Palmieri
I Carmelitani Scalzi entrarono in possesso del convento di S. Pietro in Oliveto (già dei Canonci Regolari di S. Giorgio in Alga) nell'estate del 1669. La nuova comunità di frati decise di arricchire chiesa rinascimentale di S. Pietro, opera dell'architetto Antonio Medaglia, con opere artistiche che le conferissero un aspetto più carmelitano. Furono così commissionate ai più celebri pittori bresciani dell'epoca sei tele a mezzaluna (ciascuna sovrastante ogni altare) rappresentanti i momenti salienti della vicenda terrena della loro santa fondatrice, Teresa di Gesù.
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