di F. Iacopo Iadarola ocd

thereseoftheroses

Condividiamo coi nostri lettori una chicca musicale segnalataci da alcuni nostri amici americani innamorati del Carmelo. Si tratta di Saint Therese of the roses, hit di successo degli anni '50 grazie alla suadente esecuzione fattane da Jackie Wilson (allora nella band di Billy Ward and the Dominoes). Per chi non lo conoscesse, Jackie Wilson era soprannominato l'Elvis nero (mentre Elvis Presley, di cui era amico intimo, diceva di sè di essere il Jackie Wilson bianco!), è stato dichiarato come fonte di ispirazione da Bruce Springsteen, James Brown, Michael Jackson, ed è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi compositori della storia della musica soul e R&B. Il suo nome è inciso nella Rock and Roll Hall of Fame e Rolling Stones lo ha posto al 69° posto fra i 100 più grandi artisti di tutti i tempi.

di F. Iacopo Iadarola ocd

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E' stata una piacevole scoperta l'ultima canzone dedicata alla nostra S. Teresa di Gesù Bambino, "La bambina di Lisieux", composta da una singolarissima band vicentina di chitarra e voce, Mienmiuaif ("Me & my wife"), che si fa chiamare anche "il duo con l'anello" o, addirittura, "punk band per matrimoni". Anzitutto il loro di matrimonio, essendosi la chitarra (lui, Giuseppe Signorin, 34 anni, poliedrico scrittore) e la voce (lei, Anita Baldisserotto, 26 anni, voce d'angelo) sposati appena due anni fa, "dopo una convivenza pagana" e dopo la loro conversione a Cristo: "Io ho cominciato prima a sperimentare la fede" come dice Giuseppe, "ma Anita mi ha subito superato". Mi ricordano un po' Pietro e Giovanni che corrono invasati al sepolcro il mattino di Pasqua, dopo il buio di un lungo sabato senza fede.

di P. Giacomo Gubert ocd

Teresinaaletto

Tra i grandi estimatori di santa Teresa di Lisieux, Dottore della Chiesa, non si può dimenticare il padre redentorista François-Xavier Durrwell (1905-2005). Nel suo breve scritto del 1994 “Sguardi cristiani sull'Aldilà” (in italiano “La parola di Dio e l'Aldilà”) egli sceglie esplicitamente di farsi accompagnare in questo straordinario viaggio dallo sguardo di Teresa.

di F. Iacopo Iadarola ocd

teresapapini

"Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidumi di latte materno e di lacrime fraterne. Ci voleva una bella innaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto...è finita la siesta della vigliaccheria, della diplomazia, dell'ipocrisia e della pacioseria. I fratelli sono sempre buoni ad ammazzare i fratelli![...] Amiamo la guerra ed assaporiamola da buongustai finché dura. La guerra è spaventosa - e appunto perché spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi." 

di P. Giacomo Gubert ocd

William James b1842cA fianco di illustri estimatori, Teresa d’Avila ha anche avuto celebri detrattori. Segnaliamo il caso di William James (1842-1910), filosofo e psicologo, tra i maggiori esponenti del pragmatismo americano. Nel suo classico studio “Le varie forme dell’esperienza religiosa” (1902), pur citandola estesamente con interesse, quale attendibile fonte per penetrare appunto le varie forma di esperienza religiosa, James ha nei suoi confronti parole dure e di grande incomprensione.

Teresa e la placida mucca

Illustrando, nella Lezione I, il suo metodo d’indagine, James esclude anzitutto ciò che egli definisce “materialismo medico”. “Il materialismo medico – scrive – si libera di san Paolo definendo la sua visione sulla via di Damasco una lesione prodotta nella corteccia occipitale, essendo egli un epilettico; liquida Teresa come un’isterica, san Francesco d’Assisi come un degenerato ereditario (p. 32)”. E conclude: “Nelle scienze naturali e nell’ambito industriale non accade mai che qualcuno provi a confutare delle opinioni illustrando la costituzione neurologica dei loro autori. Non dovrebbe essere altrimenti con le opinioni religiose [...] In breve, immediata luminosità, ragionevolezza filosofica, e utilità morale sono i soli criteri validi” (p. 35) che James intende adottare in questo suo studio. E per esemplificare questa scelta metodologica, fa un curioso esempio: “Santa Teresa potrebbe aver avuto un sistema nervoso, se mi si consente, della più placida mucca e questo non salverebbe ora la sua teologia se, messa alla prova di questi criteri, dovesse dimostrarsi disprezzabile. E viceversa, se la sua teologia può reggere a tali criteri, non farà alcuna differenza quanto isterica e nervosamente squilibrata possa essere stata in vita” (p. 36).