di P. Angelo Lanfranchi ocd

thumb B. M. Bouardy q5Beata Mariam BouardySabato 6 dicembre, papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione della beata Maria di Gesù Crocifisso (al secolo: Maria Baouardy), monaca dell’ordine dei Carmelitani Scalzi; nata a Abellin in Galilea il 5 gennaio 1846 e morta a Betlemme il 26 agosto 1878.
Si tratta di un evento a lungo atteso, soprattutto da coloro che guardano alle vicende umane non con l’occhio superficiale che si sofferma su ciò che è effimero, ma è invece attento a ciò che resta per sempre.
René Schwob, uno scrittore francese di origine ebraica, le dedicò un libro dal titolo: Leggenda aurea al di là del mare, in cui definiva la vita di Mariam «una delle vite più meravigliose della storia del cattolicesimo». E concludeva con questo commento: «Ci sia permesso auspicare che questa piccola illetterata, quando sarà avvenuta la sua canonizzazione, divenga la patrona degli intellettuali. È ben qualificata per liberarli dall’orgoglio». Un altro celebre poeta e romanziere – quel Francis Jammes che si proclamava sempre «entusiasta del miracolo dell’universo» – scrisse di lei: «Era una vera figlia di oriente, che cantava le lodi del Creatore servendosi di immagini belle, ingenue», e l’ammirò tanto da spingere fino a scrivere al papa per chiederne la canonizzazione.

di Michele Ciapetti

 

mauriacFrançois MauriacQuando nel 1936 François Mauriac comincia a scrivere la sua Vie de Jésus, il genere è già ampiamente diffuso nella cultura europea, e per certi versi va incontro a una formalizzazione sempre crescente.

L'opera di Mauriac tende a distanziarsi dai modelli noti: dall'ingenua cristologia emotiva di Renan, dal clamore scientifico di Schweitzer, Strauss o Bultmann dalla «narrazione della crisi esistenziale» alla Papini.

Il tentativo di Mauriac è quello «di non strappare Cristo all'ombra che limita il nostro quotidiano»: guardando alla sua inevitabile presenza senza compiacersi di suscitare il fuoco di domande ulteriori a quella prototipica: «voi, chi credete che io sia?».

225px-Teresa of Avila dsc01644Pubblichiamo la parte iniziale dell'articolo scritto da P. Piero Rizza OCD, "Santa Teresa d’Avila nella letteratura dei secoli XIX-XX", tratto da A. Cazzago (ed.), Il Carmelo e l'arte (Quaderni Carmelitani, n. 24), Edizioni OCD, Roma 2009, pp. 125-149.   

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Introduzione

È universalmente riconosciuto il posto di rilievo che gli Scritti di Teresa d’Avila occupano nella letteratura e, in particolare, all’interno della letteratura mistica che ha in lei una delle esponenti di maggior spicco e interesse. Ma è anche lecito chiedersi qual è la risonanza che questo personaggio, vissuto nella Spagna del “Siglo de oro”, ma ancora estremamente attuale, ha avuto e continua ad avere tra gli scrittori e nei testi letterari. Correndo volentieri il rischio di anticipare tempi e risultati dell’indagine qui proposta, è già possibile affermare che Teresa gode di una certa fama nel mondo letterario. Basti, come unico esempio, ricordare che le opere della mistica spagnola erano tra le fonti di ispirazione e di riflessione per la scrittrice statunitense Flannery O’Connor (1925-1964). Qualcuno l’ha soltanto sfiorata, altri le hanno dedicato intere opere: questo non importa! Il dato è interessante in quanto permette di affermare che la letteratura non ha snobbato Teresa e che la santa avilana non è un’illustre sconosciuta nel panorama letterario.

Nel cuore del mondo

“Leggere-dentro” la realtà: il dono e il compito dell’«intelligenza cristiana»
30 ottobre – 2 novembre 2014

 

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thumb DSC 1808Si sono appena conclusi i tre giorni dell’incontro internazionale per universitari e giovani lavoratori del Movimento Ecclesiale Carmelitano nell’incantevole cornice mariana del Santuario di Pietralba (BZ), appuntamento ormai quasi decennale. Più di 130 i giovani aderenti al MEC da ogni parte d’Italia (dalla Sicilia al Lazio al Veneto alla Lombardia) e Romania, compresi i sei postulanti (attualmente in formazione nel convento dei carmelitani scalzi di Trento) e i Padri della provincia veneta che hanno diretto i lavori, moderando P. Fabio Silvestri.