Anna di San Bartolomeo r

BEATA ANNA DI S. BARTOLOMEO
(ANNA GARCÍA)

1549 - 1626

Memoria facoltativa, 7 giugno


FRANS DE WILDE Blessed AnneF. de Wilde, B. Anna di S. BartolomeoNacque ad Almendral (Spagna) il 10 ottobre 1549. Dopo una adolescenza trascorsa tra i campi, ma già costellata di grandi grazie di ordine mistico, nel 1570 entrava tra le Carmelitane Scalze del primo monastero di S. Giuseppe ad Avila, prima monaca conversa della riforma. Molto cara a S. Teresa, da essa fu ammessa alla professione il 15 agosto 1572, diventando presto l'assistente e la compagna di viaggio della Santa Riformatrice, per ordine della quale imparò, quasi prodigiosamente, a scrivere. Nelle braccia della stessa suor Anna la santa volle morire, ad Alba de Tormes, il 4 ottobre 1582.

Conventuale ad Avila, a Madrid (1591), a Ocaña (1595), nel 1604 passò in Francia con suor Anna di Gesù ed altre quattro monache per iniziarvi la riforma. Poco dopo l'arrivo a Parigi, dovette per obbedienza accettare il velo nero delle coriste; fu eletta poi priora di Pontoise (1605) e di Tours (1608). Tornata a Parigi (1611), ottenne di passare nelle Fiandre per porsi sotto la direzione dei Carmelitani Scalzi, nonostante l'opposizione del cardinal Bérulle. Dopo un anno di sosta a Mons, nel Belgio, il 12 ottobre 1612 partì per fondare un monastero ad Anversa, dove passò gli ultimi quattordici anni, circondata dalla stima degli arciduchi e di tutto il popolo di Anversa, che essa per due volte con le sue preghiere liberò dalla quasi sicura occupazione degli eretici.

Morì nella festa della Trinità del 1626, e Dio benedisse la sua memoria con grazie e miracoli. Papa Clemente XII approvò le virtù eroiche della monaca carmelitana il 29 giugno 1735, Benedetto XV la beatificò il 6 maggio 1917. Il corpo è conservato nel monastero carmelitano di Anversa.

La vita spirituale della beata Anna di S. Bartolomeo è tutta incentrata sulla volontà di Dio, ricercata, amata e compiuta con fedeltà generosa. In comunione frequente con la Santa Umanità di Nostro Signore, ne rivive i misteri di gaudio e di martirio, raggiungendo le più alte vette dell'unione con la Santissima Trinità nella trasformazione di amore. Di tali grazie ci ha lasciato l'eco la Beata stessa nell'Autobiografia, scritta per obbedienza (2 autografi, ad Anversa e a Bologna). La sua celebrazione liturgica per i Carmelitani Scalzi è fissata al 7 giugno.

Monasterio Stella Maris de HaifaSante Carmelitane, Monastero Stella Maris (Haifa)

di P. Valentino Macca ocd
da Santi del Carmelo, a cura di Ludovico Saggi Ocarm, Institutum Carmelitanum, Roma, 1972.

Dalle «Riflessioni sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo» della beata Anna di san Bartolomeo
(Dal manoscritto autografo del monastero «Santa Teresa» di Madrid)

San Bernardo scrive che possiede vera umiltà colui che sa serbare il silenzio in mezzo alle circostanze sfavorevoli. Se è segno di virtù squisita tacere quando veniamo ripresi per cose in cui siamo caduti colpevolmente, è molto più perfetto serbare il silenzio quando siamo ingiustamente censurati, quando siamo falsamente indiziati di colpa. Ma ancora molto più santo è desiderare di essere coperti di offese, essere considerati stolti, amare cordialmente coloro che così si comportano verso di noi, ad imitazione di Gesù Cristo, nostro Signore, il cui silenzio in croce non fu interrotto da nessuna tentazione di vendetta, ma fu esaltato nella voce della preghiera: «Padre, perdona loro: non sanno quello che fanno!».

O amore sconfinato del cuore di Cristo! Parlavi senza aprir bocca, e senza emettere una parola compivi la misteriosa opera, in vista della quale dal cielo eri sceso sulla terra: insegnare le strade di una vita virtuosa ai poveri, ai ciechi, agli incolti. Non fu poca cosa, Signore! Da dove trarremmo la capacità di sopportazione, l’umiltà, il disinteresse e l’energia necessaria per portare l’uno i pesi degli altri, la croce, se tu per primo, Signore Gesù, non ci avessi insegnato tutte queste cose, offrendoti a noi quale esempio vivente di ogni perfezione? O felice silenzio! In esso, Signore, la tua voce risuona alta, invitando tutte le persone alla sapienza che è sparsa su tutta la faccia della terra. Da quel tacere, meglio che dai libri e nello studio, coloro che ti amano attingono saggezza.

Il Signore è divenuto per noi sorgente di acqua viva, perché noi non perissimo nelle burrasche di questo mare. Ecco infatti che è scritto: «Non per essere servito sono venuto ma per servire». O bontà sconfinata! Di quanto rossore ci colmano le parole, gli atti, la tolleranza, con cui ci accogli ogni giorno. Opportunamente dicesti in una occasione: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore». Dove attingeremo questa capacità di tolleranza, questa dolcezza di cuore e dove troveremo il cammino per cui si arriva a questi atteggiamenti, se non amando frequentare le strade che Cristo ci addita, che ci insegna coi suoi esempi: cioè coltivando le virtù di fede, speranza e amore? Queste ci aiutano a correre quel cammino. Senza la fede non possiamo camminare per la via regale dei misteri divini. La fede ci apre gli occhi e ci ammaestra. Dove non c’è fede, non c’è luce né traccia di cammino che conduca al bene.