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di F. Iacopo Iadarola ocd
Si è da poco concluso il ritiro spirituale guidato da Papa Francesco in occasione del giubileo dei sacerdoti, con tre meditazioni che ci paiono fra i testi più belli sinora prodotti dal Santo Padre. A ridosso della solennità del Sacro Cuore di Gesù, si è effuso ex abundantia cordis parlando da pastore a pastori, ma senza lesinare sapienza, immagini e ammonimenti capaci di andare dritti al cuore di ogni lettore, anche che non sia presbitero. Una vera gustosissima quintessenza del suo magistero. Ed era naturale, quindi, che in questa summa non mancasse un riferimento, duplice, alla sua "querita" Teresina, la nostra S. Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo.
La prima citazione di Teresina è nella seconda meditazione delle tre, nel paragrafo intitolato Cuori ri-creati: "Il miglior confessore è di solito quello che si confessa meglio. Possiamo farci la domanda: io come mi confesso? Quasi tutti i grandi santi sono stati grandi peccatori o, come santa Teresina, erano consapevoli che era pura grazia preveniente il fatto di non esserlo stati". Il riferimento è alla famosa storia - raccontata nel Manoscritto A di Storia di un'anima, 38v° ss. - dell'abile dottore che, sapendo che suo figlio sta per percorrere una strada dove rischia di inciampare in un sasso, va e lo toglie. Così Dio avrebbe fatto con la stessa Teresina, alla quale non è stato perdonato molto, come alla peccatrice che lava i piedi di Gesù con le proprie lacrime, ma tutto, avendole tolto per pura grazia ogni possibilità di compiere quei peccati che - Teresina lo ammette - avrebbe potuto compiere. Non si smetterà mai di imparare, da questa sapientissima storia di Teresina, a riconoscerci miseri peccatori salvati per grazia (e per chi volesse contemplarla anche con gli occhi è possibile farlo tramite la mostra "In principio era la misericordia", allestita dalla nostra Provincia, visitabile on-line qui).
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...attraverso un polittico della tradizione carmelitana e un testo di papa Francesco (Amoris Laetitia, n. 65)
Fotografie e composizione: P. Ermanno Barucco ocd
Il Polittico di sant’Anna, madre della Vergine Maria, un’opera attribuita a Jan II van Coninxloo (1489-1555?) e conservato nella chiesa di Saint-Denis de Forest (Bruxelles), riprende anche alcuni episodi della tradizione carmelitana e permette così di contemplare i misteri principali della Santa Famiglia con uno sguardo carmelitano.
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di F. Iacopo Iadarola ocd
Ieri si è tenuta l'udienza ai partecipanti al Giubileo della Vita Consacrata, in cui, a conclusione dell'Anno per la Vita Consacrata, Papa Francesco ha individuato i tre pilastri fondamentali su cui deve reggersi la vita di ogni religioso: profezia, prossimità e speranza. E nel commentare questi tre punti, scartando il discorso "preparato", il Sommo Pontefice si è appoggiato come di consueto al solido insegnamento della piccola Teresina.
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di F. Iacopo Iadarola ocd
Zurbarán - Giovanni della Croce
In uno stesso giorno, 11 aprile 2015, Papa Francesco ha emanato due documenti in cui sono citati due dei nostri Dottori della Chiesa: S. Teresa di Gesù Bambino e S. Giovanni della Croce.
Il primo è la Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, un gioiello che è quasi una piccola enciclica e nel cui cuore è incastonata una delle più celebri affermazioni del nostro Padre S. Giovanni della Croce. Siamo nel paragrafo 15 della Bolla, in cui si esorta la Chiesa e riprendere con entusiasmo la pratica delle opere di misericordia corporali e spirituali: "In ognuno di questi “più piccoli” è presente Cristo stesso. La sua carne diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga… per essere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura. Non dimentichiamo le parole di san Giovanni della Croce: «Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore»".
Queste sono tratte dall'opera minore Parole di luce e amore, 57 (S. Giovanni della Croce, Opere, Edizioni OCD 2012, p.1091) e continuano in questo modo: "Impara ad amare Dio come Egli vuole essere amato e lascia il tuo modo di fare e di vedere".
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Celebriamo l'odierna solennità del santo padre Giovanni della Croce ricordando una sua celebre frase citata nel discorso di Benedetto XVI alla confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia e dei donatori di sangue "Fratres" (10/2/07):
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