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di F. Iacopo Iadarola ocd
E' uno stupendo reciproco accompaganamento quello cui abbiamo assistito oggi con la visita di Francesco al monastero delle carmelitane scalze di Ampasanimalo (Antananarivo): esempio vivente dell'intimo connubio, per usare le parole dei teologi, fra il "principio mariano" e il "principio petrino" della Chiesa.
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In occasione del 40° anniversario della Redemptor Hominis, la prima enciclica di san Giovanni Paolo II (4 marzo 1979), ne pubblichiamo un ampio commento di P. Antonio Maria Sicari ocd, pubblicato nella collana "Documenti di lavoro" della Scuola di Dottrina sociale.
Questa relazione non tratta direttamente nessun tema della «Dottrina sociale» proposta dal Magistero, ma vuole piuttosto mostrare come la prima enciclica di Giovanni Paolo II (Redemptor Hominis, 1979) sia determinante per comprendere «oggi» la natura e la missione della Chiesa. Di esse ha parlato ampiamente il Concilio Vaticano Il, ma la Redemptor Hominis ha offerto una chiave di lettura insostituibile per affrontare quel fenomeno radicale della scristianizzazione che negli ultimi decenni si è rivelato in tutta la sua gravità. Tanto che ogni riflessione e ogni dottrina, anche quelle «sociali», devono essere esplicitamente rifondate a partire dal «centro originario» dell'avvenimento cristiano.
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di F. Iacopo Iadarola ocd
Pochi giorni fa pubblicavamo un articolo sulla “firma carmelitana” di Papa Francesco. È entusiasmante constatare quanto spesso il Santo Padre nei suoi discorsi, con queste “firme”, s’involi in delle vere e proprie impennate mistiche, citando i nostri grandi santi carmelitani nei contesti più insospettati: il Messaggio ai cattolici cinesi e alla Chiesa universale, il Discorso al Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo e ora, da ultimo, il discorso di chiusura dell’importantissimo summit su La protezione dei minori nella Chiesa, appena conclusosi. Le parole del Papa, stavolta, nella parte finale del suo accorato intervento sul dramma dell’abuso dei minori nella Chiesa, hanno indirizzato l’attenzione verso l’insegnamento mistico di una insigne stella del Carmelo, gassata ad Auschwitz e patrona d’Europa:
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di P. Fabio Roana ocd
Ci è stato segnalato più volte in carmeloveneto.it come papa Francesco ricorra volentieri alle esperienze e alle parole dei santi del Carmelo. Proprio in questi giorni ne abbiamo avuto la riprova leggendo alcuni suoi discorsi. Proviamo però a osservare in che modo egli ci metta del suo.
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In data odierna i carmelitani ricordano uno degli eventi più importanti della vita della Santa Madre Teresa d'Avila: il suo matrimonio spirituale. E' una felice coincidenza che tale ricorrenza si sovrapponga alla Giornata mondiale dei poveri, e che proprio le parole di Teresa siano citate nel messaggio del Santo Padre Francesco per questa giornata: «La povertà è un bene che racchiude in sé tutti i beni del mondo; ci assicura un gran dominio, intendo dire che ci rende padroni di tutti i beni terreni, dal momento che ce li fa disprezzare» (Cammino di perfezione 2,5)
Cogliamo quest'occasione per segnalare ai nostri lettori la pubblicazione di Fioretti di Teresa di Gesù. Aneddoti, leggende, fatti e detti, edizioni OCD, del grande teresianista Tomas Alvarez, da cui emerge, fra i molteplici aspetti della variopinta personalità della santa, quanto fosse "grande amica della povertà" - come leggiamo nell'introduzione di P. Emilio Martínez González che riportiamo in calce. E che fosse grande amica della povertà lo comprendiamo bene leggendo la relazione che lei stessa scrisse dell'evento del suo matrimonio spirituale: evento originato, nell'ottava di S. Martino (santo patrono dei poveri!), da una rinuncia ben precisa impostale da S. Giovanni della Croce (il lettore curioso può leggere la breve e gustosa relazione qui).
Ma ecco qui di seguito l'introduzione alla recente pubblicazione.
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