di P. Ermanno Barucco ocd

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La situazione attuale dovuta al coronavirus e alle indicazioni delle autorità civili e dei vescovi per ridurre quanto più possibile la diffusione dell’infezione, impedisce a molti cristiani di partecipare alla celebrazione della messa e di ricevere frequentemente la comunione eucaristica.

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Lo scorso 29 gennaio è cominciato un nuovo coinvolgente ciclo di udienze del Santo Padre sulle beatitudini evangeliche. Al nostro P. Fabio Silvestri è stato chiesto di commentare le parole di Francesco sulla prima beatitudine, sui poveri in spirito, nel programma "La finestra del Papa" andato in onda su Radio Vaticana lo scorso 6 febbraio.

di F. Iacopo Iadarola ocd

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Il messaggio del Santo Padre Francesco per la 53° giornata mondiale della pace è uno struggente inno alla speranza: “La pace è un bene prezioso, oggetto della nostra speranza, al quale aspira tutta l’umanità. Sperare nella pace è un atteggiamento umano che contiene una tensione esistenziale, per cui anche un presente talvolta faticoso «può essere vissuto e accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino»[1]. In questo modo, la speranza è la virtù che ci mette in cammino, ci dà le ali per andare avanti, perfino quando gli ostacoli sembrano insormontabili”.

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Durante la sua visita in Giappone appena conclusasi, papa Francesco ha incontrato una anziana monaca carmelitana che ha perso i suoi genitori e le due sorelle nel bombardamento atomico di Hiroshima e che ha espresso un accorato appello affinché cessi l'uso delle armi nucleari: "Papa Franesco ti amiamo tanto! Tutte le carmelitane del Giappone pregano sempre tanto per te!".

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Segnaliamo ai nostri lettori un suggestivo testo di Karl Rahner a commento del conferimento del titolo di dottore della Chiesa a Teresa d'Avila, il 27 settembre 1970. Esso è stato pubblicato per la prima volta il 26 settembre 1970; lo si può trovare in K. Rahner, Frammenti di spiritualità per il nostro tempo, Brescia 1973, 151-155.

Teresa viene proclamata dottore della Chiesa. Questo precedente ha naturalmente un suo significato in rapporto al posto e alla funzione della donna nella chiesa. Il carisma dell'insegnamento diretto alla chiesa in quanto tale non è un privilegio dell'uomo. Con ciò viene contestata l'idea secondo cui la donna sarebbe priva d'ingegno sotto il profilo spirituale o religioso. Lo studio della teologia da parte della donna è quindi riconosciuto espressamente. Soprattutto non si deve considerare in contrasto il carisma e lo studio metodico della teologia.