di P. Ermanno Barucco ocd
I 1600 anni dalla “nascita” di Venezia sono celebrati, come ogni anno, il giorno dell’Annunciazione, il 25 marzo. Il concepimento del Verbo fatto carne, l’inizio della vita del Figlio di Dio fatto uomo nel grembo di Maria all’annuncio dell’angelo Gabriele, sono l’origine spirituale della nascita di Venezia, avvenuta secondo il “mito di fondazione” il 25 marzo 421 con la posa della prima pietra della chiesa di san Giacomo maggiore apostolo, nel luogo dove si trova l’attuale chiesa di san Giacometo a Rialto.
L’Annunciazione sul ponte di Rialto
E proprio sul ponte cinquecentesco in pietra di Rialto è scolpita, in tre figure in bassorilievo, l’Annunciazione: guardando la facciata del ponte che è rivolta verso Ca’ Farsetti, alla base sinistra del ponte c’è l’angelo Gabriele, la Vergine Maria alla base destra, e la colomba dello Spirito Santo che opera l’Incarnazione è al centro dell’arco del ponte (opere di Agostino Rubini della fine del XVI secolo). Questa Annunciazione “esterna”, cioè non all’interno di una chiesa o di un palazzo o abitazione, ci ha messo sulle tracce di altre Annunciazioni esterne presenti a Venezia, una decina circa. Decine e decine sono invece quelle “interne”, opere artistiche dei più diversi materiali e periodi storici.
L’Annunciazione sulla facciata della Basilica di San Marco
Altrettanto famose sono le Annunciazioni della facciata della Basilica di San Marco. Sotto la lanterna gotica più esterna di sinistra c’è la statua dell’angelo Gabriele e sotto quella tutta a destra Maria inginocchiata, entrambe le opere attribuite a Nicolò di Pietro Lamberti e collaboratori (inizi del XV secolo). Ancora sulla facciata, tra i lunettoni dei portali di ingresso, si trovano diversi bassorilievi tra cui un Arcangelo Gabriele e una Vergine orante: anch’essi richiamano a loro modo l’Annunciazione. In piazza San Marco si trovano anche altre tre rappresentazioni dell’angelo Gabriele: nei bassorilievi della facciata verso la piazzetta dei Leoncini (lastra bizantina del XII secolo), nell’angolo di Palazzo ducale verso la Porta della Carta (forse opera di Bartolomeo Bon del XV secolo) e in cima al Campanile (l’attuale è opera del 1822 su modello di Luigi Zandomeneghi, allievo di Antonio Canova, ma gli scultori furono Andrea Monticelli e Giovanni Casadoro). Di questi angeli non c’è la corrispettiva Maria visibile, se non intendendo tali annunci dell’angelo Gabriele rivolti alla città di Venezia come “nuova” Maria che deve dire il suo Sì a Dio. Nel museo del Tesoro di san Marco si conservano due sculture in marmo, l’angelo Gabriele genuflesso e la Vergine in piedi, di età basso medioevale e quasi a grandezza naturale. Ci si può chiedere se una volta fossero collocate all’esterno o all’interno della Basilica o altrove.
L’Annunciazione nelle Calli veneziane
Un’altra Annunciazione esterna, questa volta rappresentata tutta in un’unica scena in bassorilievo in una piccola edicola, è quella visibile da Campo santi Giovanni e Paolo guardando sul muro dell’abitazione al di là del ponte Cavallo (Sestiere Cannaregio 6377).
Se andiamo a Murano, presso la Chiesa di Santa Maria degli Angeli (titolo che richiama ancora l’Annunciazione, come si vede nella pala dell’altare maggiore), sopra la porta dell’ingresso laterale venendo da Fondamenta Venier, c’è un bassorilievo raffigurante l’Annunciazione in pietra d’Istria, attribuito ad Antonio Rizzo verso il 1490 circa.
Segnaliamo anche il bassorilievo esterno dell’Annunciazione presente in Calle Minotto (Sestiere di San Marco [SSM] 2330), opera del secolo XVI-XVII, vicino alla Chiesa di Santa Maria Zobenigo, cioè Santa Maria in Fiore, anch’essa consacrata all’Annunciazione (si vedano le statue dell’altare maggiore), poiché il fiore in questione è il giglio che l’arcangelo Gabriele tiene in mano.
Nelle Calli veneziane possiamo trovare ancora altre Annunciazioni, addirittura due in Calle de le Boteghe (SSM 3128), un bassorilievo (opera ritenuta del Trecento, con targa aggiunta sotto nel 1659) e poi alla sommità di due stipiti di una porta con da una parte l’angelo e dall’altra Maria (probabilmente aggiunti con la ristrutturazione dell’edificio nel 1482): qui si trovava la Scuola dei Calegheri tedeschi che avevano come festa della confraternita proprio l’Annunciazione. Ancora un’altra immagine dell’Annunciazione si trova in Salizada San Samuele (SSM 3154, simile a quella del Ponte Cavallo), nel chiostro del Fontego dei Tedeschi (con la data MDLVIIII, 1559: ingresso da SSM 5554), e una patera con solo l’arcangelo Gabriele annunciante in Corte del Duca (SSM 3067).
L’antica chiesa di Santa Maria annunciata e il suo ricordo oggi
Infine vorremmo ricordare che l’antica chiesa di Santa Maria Annunziata (vulgo della “Nunciata”), costruita già nel 1030 secondo alcuni, nel 1192 secondo altri, fu poi “ribattezzata” chiesa di Santa Lucia quasi cent’anni dopo, nel 1280, quando vi portarono il corpo della martire siracusana. La chiesa fu rifatta ex novo una prima volta e consacrata nel 1313 e una seconda tra il 1609 e il 1617, ma venne distrutta nel 1861 sotto l’Impero austriaco per costruire la vecchia stazione dei treni, a sua volta demolita negli anni ’40-‘50 del XX secolo per realizzarne una nuova (completata nel 1954). Quindi la prima chiesa dell’Annunciazione a Venezia si trovava dove ora si ammira l’ampio piazzale davanti all’attuale stazione ferroviaria di Santa Lucia tra la chiesa degli Scalzi e la statua di bronzo della Vergine Immacolata, sul lato del piazzale vicino al palazzo della Regione Veneto. Questa statua, opera dell’artista veneziano Francesco Scarpa Bolla, fu posta nel 1959 e fu pensata per rimpiazzare, e infatti pure le assomiglia un po’, la statua di bronzo sempre dell’Immacolata Concezione che era davanti alla vecchia stazione di Venezia, posta lì dal 1864 fino al 1948 circa, e che ora si trova appena entrati nella chiesa degli Scalzi, detta la “madonna nera”. Sia questa statua quando era all’esterno che la sostituta dello Scarpa Bolla, furono a volte scambiate per “Santa Lucia” visto il nome della stazione e la semplice figura di donna che è raffigurata. Probabilmente la confusione permane ancora oggi per osservatori poco avvertiti. Ma la scritta, seppur poco visibile, sotto l’attuale statua sul piazzale, fuga ogni dubbio:
Immaculata Virgo auspice A. J. [Angelus Joseph] Card. Roncalli Patriarcha ex populi voluntate A. D. [Anno Domini] MCMLIX Fulgens stella maris in signo annuntiationis tuae Venetias conditas tradunt tuis ergo mater nuntia perpetuo salutis Maria [sul cartiglio a sinistra della statua: Francesco Scarpabolla 1959 opus].
Vergine Immacolata, auspice il Patriarca A. G. [Angelo Giuseppe] Card. Roncalli, secondo la volontà del popolo. A. D. [Anno del Signore] 1959: O splendente stella del mare, sotto il segno della tua annunciazione si tramanda che Venezia sia stata fondata, pertanto o Maria, come madre, (sii) sempre per i tuoi (figli) annunciatrice di salvezza.
Anche qui, anzi proprio qui, con questa statua e la sua scritta, “il segno dell’Annunciazione” risplende ancora, nel ricordo della prima chiesa dedicata a Santa Maria Annunciata circa 1000 anni fa e ancor più anticamente a quel 25 marzo 421, di 1600 anni fa, in cui Venezia fu fondata secondo la tradizione. Per questo ogni anno il 25 marzo avviene “l’infiorata” davanti a questa statua, cioè un rito semplice di portare fiori alla Vergine per chiedere la sua protezione per la città e le terre venete. E soprattutto in questi tempi di pandemia, di sconvolgimenti sociali, economici e spirituali, in questi tempi di cambio d’epoca, guardiamo con fiducia alla stella splendente che ci guida nel mare burrascoso, Maria Vergine Immacolata, che come madre si prende cura dei suoi figli perché annuncia sempre loro la salvezza realizzata in ogni tempo dal suo figlio Gesù, Figlio di Dio fatto uomo all’Annunciazione e Salvatore del mondo, morto e risorto per noi.
P. S. Aggiunta
Sulla bellissima facciata della chiesa della Madonna dell’Orto (il cui nome originario e ufficiale era in realtà San Cristoforo) c’è un bellissimo portale alla cui sommità ci sono da un parte e dall’altra l’angelo Gabriele e la Vergine Maria, e al centro in alto San Cristoforo. La scultura dell’angelo è di Antonio Rizzo, mentre le altre due sono attribuite a Niccolò di Giovanni Fiorentino e collaboratori, opere della fine del Quattrocento.
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