di P. Rodolfo Girardello ocd

anastasioQuando il già famoso cardinale e padre Ballestrero moriva nel giugno 1998 nel suo ritiro di Bocca di Magra, in tutto l'Ordine si pensava quanto avesse lavorato e - soprattutto ultimamente - pregato per la Chiesa e per il Carmelo. Se lo si andava a salutare, lo si trovava sempre in atteggiamento contemplativo, pronto però a dire anche due parole di fede e amicizia, come gli veniva spontaneo con quel suo stile affascinante. Era davvero un uomo da proporre ai giovani e ai vecchi; e infatti piaceva agli uni e agli altri. E adesso la Chiesa torinese ha accettato di introdurre la sua causa di beatificazione (cfr. Avvenire, 10 ottobre).

Amava anche da vescovo e cardinale che lo si chiamasse “padre”. Ed era affezionato al suo “cognome spirituale”di religioso, cioè del SS. mo Rosario, che colpì anche Papa Giovanni XXIII che gli domandò fulmineo: “Ma Lei lo recita il Rosario?”, con la risposta: “Tutti i giorni tutto intero”. 

Prima di diventare Superiore Generale nel 1955, in Provincia Veneta non era molto conosciuto, sebbene fosse già un affermato conferenziere e scrittore di teologia e spiritualità. Colpì subito tutti con la sua prima lettera pastorale per lo stile moderno e il nuovo respiro. Arrivò in Provincia in una sua prima visita fraterna assai veloce (passava anche due o tre case al giorno) nel 1956 e a Venezia sostenne un confronto abbastanza serrato con gli studenti teologi, insistendo sulla nostra vocazione carmelitana, che è innanzitutto religiosa e solo in seconda istanza sacerdotale. Nei due sessenni del suo generalato (1955-1967) tornò varie volte in Provincia,imparando subito i nomi di tutti e stabilendo fraterni rapporti soprattutto con i Provinciali dell’epoca, P. Germano, P. Giulio, P. Silvio. Stimava moltissimo il nostro P. Vincenzo Belli, che volle come suo definitore e poi come superiore della casa generalizia. Molto volentieri partecipò con il card. V. Valeri alla inaugurazione ufficiale dello studentato di Trento il 30 settembre 1962. Preferendo conoscere specialmente le Province extra-europee e i monasteri di tutto il mondo, da noi non fece la visita canonica, anche perché molto occupato a prepararsi e a partecipare al Concilio Vaticano II. Ormai scaduto da Generale, accettò di predicare anche nelle nostre case, per esempio a Mantova e a Brescia (e qui fu nel 1973, poco prima di venir nominato arcivescovo di Bari). Da arcivescovo e da cardinale, celebrava volentieri nella nostra parrocchia di S. Teresa in Roma.

Per conoscere maggiormente la sua vita e gli aspetti fondamentali del suo pensiero si possono utilmente leggere i seguenti volumi:

  • A. Ballestrero, Autoritratto di una vita. P. Anastasio si racconta, Edizioni OCD, Morena 2002.
  • A. Ballestrero, Il tempo di Dio. Secondo autoritratto di una vita, Edizioni OCD, Morena 2003.
  • A. Pigna (a cura di), A servizio della Parola. Insegnamento del Card. A. Ballestrero, Edizioni OCD, Morena 1999.