di P. Ermanno Barucco ocd

14. Lisieux frontone destra

Teresa indica la piccola via

Sul piazzale davanti alla Basilica costruita a Lisieux dal 1929 al 1937 in onore di santa Teresa è stata posta nel 1938 una statua della Santa ad accogliere i pellegrini, con il braccio destro rivolto al cielo e nella mano sinistra un libro sul quale campeggia la scritta “omen novum”, “il messaggio nuovo”. Si tratta di Teresa che indica la piccola via (braccio destro teso) dell’infanzia spirituale-evangelica (il libro è il vangelo), visto che lei stessa ha parlato di una «via tutta nuova», ridefinita da papa Pio XI il giorno dopo la sua canonizzazione come il “messaggio nuovo” della Santa.

Nella Basilica-Santuario di Santa Teresa di Gesù Bambino a Verona questa statua è stata riprodotta dalla ditta Arrighini in dimensioni un po’ più piccole e posta all’interno della chiesa sopra la bussola posta all’ingresso principale e realizzata in marmo e con vetrate nel 1942.

Angeli, beatitudini e virtù a Verona

Nel Santuario di Verona, sei statue di angeli, alcuni con trombe, attorniano, lungo il perimetro della bussola, la statua di Teresa che indica la piccola via e al loro fianco si innalzano due grandi pinnacoli secondo lo stile gotico delle arche scaligere, stile che caratterizza un po’ tutto il complesso che ora descriviamo. Due altri angeli in bassorilievo sono visibili appena sotto la statua della Santa negli spicchi sopra la porta principale della bussola (in uscita). Altri angeli ancora, insieme ad una serie di altri simboli e scritte, sono raffigurati sui vetri delle due porte laterali della bussola, mentre nelle ante della porta centrale oltre a diverse immagini sacre ci sono figure femminili rappresentanti varie virtù recanti simboli appropriati. Tutti gli angeli hanno il proprio cartiglio con scritte in latino sul tema della lode a Dio (lodate, cantate, esultate, giubilate, magnificate, salmeggiate, etc…) mentre ai piedi delle virtù il nome di ciascuna è scritto in italiano. A fianco della bussola la struttura in marmo si estende da una parte e dall’altra lungo tutta la base della controfacciata della chiesa disegnando due confessionali, usati in passato. Sopra i confessionali ci sono piccoli pinnacoli e croci e lungo la parete una serie di piccole statue collocate a tre a tre in trifore: in base alle scritte sui basamenti delle statue e ai simboli che portano nelle mani o a lato, riconosciamo le otto beatitudini (cf. Mt 5,3-10) e le quattro virtù cardinali, ogni virtù affiancata da due beatitudini.

E le virtù teologali?

Anche sopra i confessionali, negli spicchi sulla parete, si trovano altri quattro angeli: due tengono il calice e due la croce. Non si tratta dei simboli della virtù della fede, poiché questi angeli recano nell’altra mano dei gigli, ad indicare che il sangue sparso da Gesù sulla croce, e contenuto sacramentalmente nel calice, ha purificato coloro che si sono affidati alla misericordia di Dio nel sacramento della confessione, resi puri come bianchi gigli. In questa ricca decorazione scultorea della bussola mancano i simboli delle tre virtù teologali: la fede, la speranza e la carità. Nelle vetrate delle porte della bussola troviamo sì le figure dell’amore e della fede, ma non la speranza. Ritroviamo le virtù teologali sotto forma di angeli (caratterizzati dai simboli classici: la fede con la croce, la speranza con l’ancora, la carità con un cuore infiammato) nel soffitto della Cappella della Santa insieme ad altre virtù d’infanzia rappresentate da alcuni angeli (mansuetudine, preghiera, generosità, purezza, semplicità…), attorniati da decine di altri angeli musicanti e festanti. Il soffitto della Cappella fu realizzato nel 1940-1941, un anno prima che gli stessi temi fossero ripresi, almeno in parte, nelle vetrate della bussola. Forse non si voleva ripeterli tutti uguali un’altra volta, sottolineando così meno le virtù teologali e mettendone in luce altre.

Angeli, beatitudini e virtù a Lisieux

Lo scopo di questa descrizione è presto detto: nel Santuario di Verona questa enorme bussola di marmo, legno e vetro vuole richiamare la Basilica di Lisieux, non solo con la statua di Teresa che indica la piccola via, copia di quella sul piazzale, ma anche nell’imponenza architettonica, come pure nei simboli e nelle figure rappresentate. Sulla facciata della Basilica di Lisieux troviamo in alto la serie delle sette virtù (teologali e cardinali) che intervallano otto finestre con vetrate. A Lisieux le beatitudini sono rappresentate a mosaico nella cripta e anche nella cupola (illustrate ciascuna da un santo che l’ha vissuta con particolare intensità), mentre gli angeli musicanti si trovano con i loro strumenti nei mosaici lungo l’arco sopra le canne dell’organo nella Basilica superiore e al centro dell’arco si trova la scritta: «Laudate Dominum in sono tubae. Laudate eum in psalterio et cithara», «Lodate il Signore con il suono di tromba, lodatelo con arpa e cetra» (Sal 150,3).

La “glorificazione” della Santa a Lisieux

Due angeli suonatori di tromba a Lisieux sono pure presenti in alto sulla facciata della Basilica nel frontone triangolare (a fianco della statua di Teresa glorificata come Santa dalla Chiesa, dai pastori come dai fedeli, rappresentati nei due bassorilievi laterali), mentre a Verona sono sulle due porte di bronzo del portale principale della chiesa in entrata, realizzato nel 1979 da Carnessali. Insieme ai due angeli suonatori di tromba sul frontone di Lisieux ci sono anche altri due angeli inginocchiati che portano uno una corona di alloro e l’altro una palma, segni della glorificazione della “Santa”. La scritta scolpita è una frase di Teresa: «O mio Dio, hai superato ogni mia aspettativa» (Ms C,3r°). Teresa ha appena scritto di aver scoperto l’ascensore che la “innalza” a Dio nelle braccia di Gesù e perciò vuole rimanere piccola e cantare le misericordie del Signore. Questa è la vera “glorificazione” della “piccola” Teresa.

Chi ha glorificato Teresa sulla terra è il primo sulla destra, papa Pio XI, che tiene in mano la bolla della beatificazione e della canonizzazione con scolpiti a fianco gli anni di questi avvenimenti: “Roma 1923 1925”. Dietro a lui il cardinale Suhard che tiene in mano l’edificio del seminario della “Mission de France” a Lisieux di cui è stato fondatore nel 1942 per la nuova evangelizzazione della Francia. Dietro ancora un missionario con un bambino africano (a ricordo della proclamazione di Teresa a Patrona delle missioni nel 1927), poi tre soldati di cui uno, ferito, su un lettuccio (durante la Prima guerra mondiale, da entrambe le parti del fronte, i soldati si affidarono alle preghiere di Teresa) e infine due bambini seguiti da una donna orante in ginocchio.

Dall’altra parte del frontone c’è il cardinal Pacelli che nel 1937 benedice solennemente la Basilica e che due anni dopo diventò papa Pio XII, colui che nel 1944 proclamò Teresa patrona secondaria di Francia insieme a Giovanna d’Arco. Dietro di lui il vescovo di Bayeux-Lisieux dal 1931 al 1954, monsignor Picaud, che seguì i lavori di costruzione della Basilica di cui tiene un modellino tra le mani. A seguire madre Agnese di Gesù, Paolina, la sorella di Teresa, per decenni priora del monastero delle Carmelitane a Lisieux, tiene in mano una torcia; poi monsignor Germain, promotore della costruzione della Basilica e primo direttore dei pellegrinaggi, sembra accogliere e benedire i pellegrini, tra cui alcuni ammalati e ancora due bambini seguiti pure questi da una donna orante in ginocchio (la simmetria tra le due parti del frontone è quasi eccessiva). Alcune parole scolpite emergono tre i personaggi di questo frontone componendo la scritta: «Il tuo nome oggi il Signore ha tanto glorificato che la tua lode sarà sempre sulle labbra degli uomini». La frase è la traduzione di una benedizione rivolta a Giuditta nella Bibbia, secondo la versione latina della Vulgata: «quia hodie nomen tuum ita magnificavit ut non recedat laus tua de ore hominum» (Gdt 13,25). Il compimento accade con il Magnificat di Maria: «perché il Signore ha guardato l’umiltà della sua serva, tutte le generazioni mi diranno beata» (Lc 1,48).

I “glorificatori” di Teresa a Verona

Nel Santuario di Verona ai “glorificatori” di Teresa sono stati dedicati luoghi strategici: il basamento che regge la statua di Teresa che porge una rosa ai fedeli, sul piazzale antistante la chiesa (tre figure intere a bassorilievo: Pio X, che ne promosse l’accelerazione del processo di beatificazione; Benedetto XV, che nel 1921 ne proclamò le virtù eroiche; Pio XI che la beatificò, canonizzò e la proclamò Patrona delle missioni); nelle due nicchie sovrastanti le porte laterali della navata principale della chiesa (due grandi statue in legno color bronzo di V. Moroder: a sinistra Pio X, a destra Pio XI); intorno ai pilastri di ingresso della Cappella della Santa (scolpiti a mezzobusto in rilievo, a sinistra, dall’esterno all’interno: Benedetto XV; Leone XIII, che il 20 novembre 1887 accolse in udienza Teresa che gli chiese il permesso di entrare a 14 anni al Carmelo; il cardinale Adeodato Piazza carmelitano e promotore del Santuario di Verona; a destra, dall’esterno all’interno: Pio XI, Pio X, Pio XII). Nel corridoio a fianco della chiesa c’è il busto di padre Angelo Meneghini che fu l’artefice del Santuario di Teresa a Verona ed è sepolto nel retro della Cappella della Santa. A Lisieux, sul muro di fondo della Basilica, sopra la porta centrale, è raffigurata Teresa con i quattro papi suoi “glorificatori”: non sempre le realizzazioni artistiche di Lisieux sono precedenti a quelle di Verona, ma la corrispondenza è sempre molto chiara ed evidente (forse a Verona conoscevano già i disegni dei progetti artistici di Lisieux).

Fedeli che pregano Teresa

Per quanto riguarda i fedeli che nel frontone della Basilica di Lisieux chiedono l’intercessione di Teresa (soldati, ammalati, bambini e donne oranti) possiamo ricordare che nel Santuario di Verona in fondo al grande affresco dell’Apoteosi del Carmelo c’erano alcune di queste figure, come modelli del popolo di Dio che invoca l’intercessione di Teresa (mamme e papà che presentano i loro bambini alla protezione della Santa, malati stesi su lettucci, altre persone che pregano). La costruzione nel 1942 della bussola in marmo e dei due confessionali ai lati hanno ampiamente coperto queste figure che apparivano intere in vecchie fotografie e che oggi sono visibili solo per alcune teste che spuntano fuori dal bordo basso (“rifatto” nel 1942) del grande affresco sovrastante. Recentemente, nel 2019, sono state collocate delle immagini simili, visibili all’esterno sul piazzale della chiesa ai lati della porta di ingresso che conduce all’atrio con la statua di “Teresa maestra”. Vi è raffigurata Teresa che di volta in volta dona le sue rose di grazia e di consolazione o a bambini con le loro mamme, o ad ammalati a letto, o ai fidanzati, o alle famiglie, o ai naufraghi o a coloro che piangono la morte di un loro caro.

Il “messaggio nuovo” della facciata

Nel timpano sopra l’ingresso principale della Basilica di Lisieux è rappresentato Gesù mentre, attorniato dai suoi 12 apostoli, pone nel mezzo un bambino come modello, per diventare bambini nell’abbandono fiducioso a Dio Padre “come Gesù, Bambino-Figlio di Dio”. Nella facciata della Basilica di Verona la vetrata della finestra in alto è stata rinnovata nel 1969 e rappresenta Gesù attorniato da diversi bambini mentre li benedice, perché dei “piccoli” è il regno di Dio, come Teresa che si è fatta piccola e ci ha donato la sua piccola via dell’infanzia spirituale.

Continuando a metter in evidenza queste corrispondenze tra le facciate delle due Basiliche dedicate alla Santa, diciamo ancora che sulla facciata di Lisieux si legge la scritta «poiché chiunque si innalza sarà abbassato e chiunque si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11.18), mentre a Verona sulla soglia all’ingresso della chiesa, all’interno della bussola, è ripresa solo la seconda parte della frase: «Chi si umilia verrà esaltato». Ciò che fa’ Gesù con gli umili e i piccoli!

Il “messaggio nuovo” della facciata di Lisieux ripreso a Verona, è quello della “piccola via dell’infanzia spirituale”, ma, pur nelle corrispondenze evidenti, da una facciata all’altra ci sono variazioni sul tema e accenti diversi, che ci fanno dire, parafrasando, quanto si dice a proposito delle monete o delle medaglie: due facciate della stessa Santa.

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