di P. Antonio Maria Sicari ocd

LA GIOIA DI ANNUNCIARE LA MISERICORDIA

GesùVilnius

La festa della Divina Misericordia è stata istituita ufficialmente da san Giovanni Paolo II il 30 aprile 2000, contestualmente alla canonizzazione di santa Faustina Kowalska (1905-1938). E il Santo Pontefice disse, in tale occasione, di voler «trasmettere il messaggio di lei al nuovo millennio: a tutti gli uomini perché imparino a conoscere sempre meglio il vero volto di Dio e il vero volto dei fratelli». Il Papa si riferiva evidentemente ai messaggi che Gesù aveva comunicato a quest’umile suora polacca, e da lei stessa raccolti in un Diario1.

Sono principalmente due le ricchezze che ci vengono trasmesse:

1) La necessità della misericordia.

Quasi in ogni pagina di quel lungo Diario si percepisce lo struggimento di Gesù (quasi una continuata passione) affinché la sua Misericordia sia conosciuta e non le venga posto alcun limite.

Così, in data 4 aprile 1937, suor Faustina riceve da Lui questo invito: «Scrivi, tutto ciò che esiste è racchiuso nelle viscere della mia Misericordia più profondamente di un bimbo nel grembo materno. Quanto dolorosamente mi ferisce la diffidenza verso la Mia bontà! I peccati di sfiducia sono quelli che mi feriscono nella maniera più dolorosa» (p. 255).

E nella vigilia di Natale dello stesso anno: «Affinché tu possa conoscere almeno un po' il Mio dolore, pensa alla più tenera delle madri, che ama molto i suoi figli, ma i figli disprezzano l'amore della madre. Immagina il suo dolore, nessuno riuscirà a consolarla. Questa è un'immagine e una pallida somiglianza del Mio amore. Scrivi, parla della Mia Misericordia. Di’ alle anime dove debbono cercare le consolazioni, cioè nel tribunale della Misericordia, lì avvengono i più grandi miracoli che si ripetono continuamente. Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane né celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un Mio rappresentante e confessargli la propria miseria, e il miracolo della Divina Misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza. Anche se un’anima fosse in decomposizione come un cadavere e umanamente non ci fosse alcuna possibilità di risurrezione e tutto fosse perduto, non sarebbe così per Dio: un miracolo della Divina Misericordia risusciterà quest’anima in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano, quando sarà troppo tardi!» (p. 326).

Come si vede, sulla bocca di Gesù risuonano parole di tenerezza infinita, che tutto accolgono, e tuttavia esse mantengono l’ancoraggio più deciso alla concretezza ecclesiale nel rimando al “tribunale della confessione” e nella dolorosissima avvertenza di non cadere nell’abisso del “troppo tardi”, che resta tuttavia una seria eventualità, se da noi stessi decisa. Il messaggio affidato a santa Faustina Kowalska spalanca – come mai era stato fatto prima – abissi di misericordia, che possono accogliere e contenere tutto, meno che la derisione di Dio.

Le discussioni che si fanno a volte, per conciliare la giustizia di Dio con la sua misericordia, non devono mai farci dimenticare ciò che papa Benedetto XVI spiegava, proprio ai detenuti del carcere di Rebibbia, nel dicembre 2011, dialogando con loro: «Giustizia e misericordia, giustizia e carità sono due realtà differenti soltanto per noi uomini, che distinguiamo attentamente un atto giusto da un atto d’amore. Giusto per noi è “ciò che è all’altro dovuto”, mentre misericordioso è ciò che è donato per bontà. E una cosa sembra escludere l’altra. Ma per Dio non è così: in Lui giustizia e carità coincidono; non c’è un’azione giusta che non sia anche atto di misericordia e di perdono e, nello stesso tempo, non c’è un’azione misericordiosa che non sia perfettamente giusta».

E d’altra parte, perché mai Dio dissemina nella storia i suoi inviti accorati ad accogliere la Sua misericordia, incarnandola quasi visibilmente nelle parole e nei gesti dei suoi santi, se non per l’urgenza decisiva che essa non sia più disattesa? La maniera con cui i Santi invocano tale misericordia, la annunciano e la incarnano è tanto più struggente quanto più è urgente la necessità di accoglierla e rischiosa la possibilità di disprezzarla. La decisione dell’uomo di non volere restare nella menzogna è l’unica condizione necessaria per essere abbracciati da Dio.

2) Riflessi di misericordia

Non tutti i Santi hanno lasciato riflessioni e approfondimenti a riguardo della divina misericordia, ma sempre ci hanno mostrato come incarnarla, obbedendo a quel Vangelo che ci chiede di «essere perfetti come il Padre nostro celeste» (Mt 5,48). Lo vedremo a breve, percorrendo alcune biografie.

Da santa Faustina, invece, piuttosto che raccogliere esempi, scegliamo di imparare e imitare il modo con cui apprese subito a pregare, implorando da Gesù la grazia di poter diventare, lei stessa, “tutta misericordia”:

«O Signore, desidero trasformarmi tutta nella Tua Misericordia ed essere il riflesso vivo di Te. Aiutami, o Signore, a far sì che i miei occhi siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi sulla base di apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c’è di bello nell’anima del mio prossimo e gli sia di aiuto. Aiutami, o Signore, a far sì che il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori e ai gemiti del mio prossimo. Aiutami o Signore, a far sì che la mia lingua sia misericordiosa e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di perdono. Aiutami, o Signore, a far sì che le mie mani siano misericordiose e piene di buone azioni, in modo che io sappia fare unicamente del bene al prossimo e prenda su di me i lavori più pesanti e più penosi.Aiutami, o Signore, a far sì che i miei piedi siano misericordiosi, in modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza. Il mio vero riposo sia nella disponibilità verso il prossimo. Aiutami, o Signore, a far sì che il mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo. Mi comporterò sinceramente anche con coloro di cui so che abuseranno della mia bontà, mentre io mi rifugerò nel Misericordiosissimo Cuore di Gesù. Non parlerò delle mie sofferenze. Alberghi in me la Tua Misericordia, o mio Signore...»  (p. 54).

E Gesù la osservava compiaciuto e approvava con insistenza: «Figlia Mia, desidero che il tuo cuore sia modellato secondo il Mio Cuore misericordioso. Devi essere totalmente imbevuta della Mia Misericordia» (p. 55).

Note:

1 Diario. La misericordia divina nella mia anima, LEV, Citta del Vaticano 2007. A questa edizione si riferisce l’indicazione delle pagine richiamate nel testo.

Fonte: Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, Santi nella Misericordia, Edizioni San Paolo, 2015.