Prima Professione Lorenzo e Benedetto 06092020 75

di F. Francesco Conte ocd

Domenica 6 settembre la nostra famiglia religiosa si è riunita nel Santuario Madonna delle Laste di Trento per condividere la prima professione dei voti di castità, povertà e obbedienza dei novizi, fra Lorenzo dell’Annunciazione e fra Benedetto dell’Incarnazione. Nonostante le limitazioni legate alla pandemia, la celebrazione è stata molto sentita e partecipata, anche grazie alla presenza dei due cori, che hanno animato la liturgia, e di un buon numero di confratelli, cha hanno concelebrato insieme al padre provinciale Fabio Silvestri; il cielo sereno ha permesso che anche sul sagrato alcuni fedeli potessero partecipare alla Santa Messa.

La liturgia del giorno non è quella propria della professione semplice, ma si sono mantenute le letture domenicali previste, eppure anch’esse sono sembrate così opportune per esprimere quanto fra Lorenzo e fra Benedetto hanno affermato, di fronte alla Chiesa, di voler vivere:

«faccio voto a Dio di castità, povertà e obbedienza secondo la Regola e le Costituzioni dell’Ordine dei Frati Scalzi della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo».

Alcuni spunti dell’omelia del padre provinciale hanno toccato il senso più profondo della professione dei voti; sebbene solo temporanea (da rinnovare ogni anno nel tempo di formazione), la professione semplice significa già una reale incorporazione in quella particolare porzione di Chiesa, che è l’Ordine dei Carmelitani Scalzi, a cui fra Lorenzo e fra Benedetto aderiscono per una vocazione ricevuta in dono, ma anche per una risposta e una scelta, resa possibile in virtù del dono ricevuto: in questa porzione di Chiesa potranno sperimentare quell’amore di Dio ricevuto ed essere strumenti per farne dono agli altri, così come ci suggerisce San Paolo nella lettura domenicale: «non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole» (Rm 13, 8). La professione dei voti, inoltre, dice soprattutto della volontà, sorretta dalla grazia dello Spirito, di vivere i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza; il motivo è semplice, Gesù Cristo per primo ha voluto e scelto questa forma di vita e con questa forma di vita ha donato tutto se stesso: anche i nostri neo-professi hanno dichiarato, dinanzi alla Chiesa, di donarsi con tutto il cuore alla famiglia del Carmelo.

Ma come è possibile rispondere a questo impegno tanto importante? La via è già stata segnata da Gesù stesso, rimettersi nell’amore del Padre, che attira e riempie il cuore, e, per parte nostra, chiedere un cuore simile al Cuore del suo Figlio: certamente il Padre non mancherà di esaudire questa preghiera quando i nostri fra Lorenzo e fra Benedetto saranno concordi nel presentargliela. «Se due di voi sulla terra saranno concordi per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà» (Mt 15, 20).

Qui sotto è possibile ascoltare l'omelia e vedere le foto della celebrazione: