DSCF8697Questa mattina, nel convento di Trento, i sei postulanti della nostra Provincia hanno inaugurato l'anno di noviziato ricevendo l'abito e l'imposizione del nome religioso da parte del P. Provinciale Aldino Cazzago: F. Gabriele del Padre (Nanni), F. Omar dell'Amore Misericordioso (Benedetti), F. Iacopo di Maria Bambina (Iadarola), F. Francesco dell'Eucaristia (Conte), F. Michele della Croce (Ciapetti), F. Francesco di Gesù (Palmieri). Il rito sobrio inserito all'interno delle Lodi mattutine ha visto il concorso degli studenti carmelitani di teologia di Brescia e di molti Padri della Provincia, riuniti per l'occasione. Non sono mancati tre aspiranti da Treviso, in procinto di cominciare il loro postulandato.

Santa Teresa Margherita Redi, nel giorno della sua festa, ha assistito dal cielo alla Vestizione e ha ispirato tutti alla via della purezza nella totale abnegazione di sé. Non possiamo non immaginare che i nostri Santi Fondatori attorno alla Madonna, il cui abito e scapolare hanno indossato i novizi, vegliassero su questo piccolo nucleo. Proprio dalla lettura breve offerta dalla liturgia per la festa di S. Teresa Margherita, provvidenzialmente appropriata per l'avvenimento, hanno preso spunto le parole di P. Aldino.

"Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria" (Col 3,1-4). L'invito che vi faccio è di essere, come carmelitani, sempre più affascinati dalla Bellezza di Cristo, così amorevolmente contemplata e cantata dai nostri santi, per affascinare a vostra volta le persone che avrete vicino. Come proclamano le nostre Costituzioni e Norme applicative (n° 87) "I novizi devono essere ben formati...affinché cerchino e amino Dio sopra tutto e unicamente e siano ben preparati nel compito di giovare alla salvezza degli uomini, siano istruiti molto accuratamente sulle esigenze ascetiche dell'intima unione con Dio e della comunione dei fratelli": anche di questo ha bisogno la nostra epoca iperindividualista, di vedere in voi uomini di comunione, costruttori di comunità fraterne, autentiche.

E su questo punto cruciale, anche in riferimento al brano appena letto, voglio ricordarvi le sapienti parole dell'allora cardinal Ratzinger nella conferenza tenutasi a Brescia nel 1986, organizzata dalla redazione italiana di Communio: "la conversione in senso paolino è qualcosa di molto più radicale che non una semplice revisione di qualche nostra opinione o di qualche nostra posizione. E un processo in cui si muore. Detto in altre parole: è un cambiamento di soggetto. L’io smette di essere un soggetto autonomo che ha in se stesso la sua propria consistenza. Viene strappato a se stesso e inserito in un nuovo soggetto. Non che l’io scompaia semplicemente e definitivamente; deve lasciarsi cadere, perdere, per poter poi riceversi di nuovo in un io più grande e insieme con questo". Ecco descritto il tipo di comunità che Teresa sognava, ed è questo, nel Cinquecentenario della sua nascita, nell'Anno della Vita consacrata e in vista dell'Anno della Misericordia, quanto vi auguro con tutto il cuore".