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La mamma e Teresa

Madre blu

«L’altro giorno la piccola Teresa mi chiedeva se sarebbe andata in cielo. Le ho detto di sì, se era proprio buona. Lei mi risponde: «Sì, ma se io non fossi brava, andrei all'inferno... Ma io so bene quello che farei, volerei con te che saresti in cielo, come farebbe il Buon Dio a prendermi?... Tu mi terresti forte forte fra le braccia!». Ho visto nei suoi occhi che credeva realmente che il Buon Dio non poteva farle niente se era tra le braccia di sua madre...». (Ms A, 17)

 

Io scelgo tutto

Io voglio tutto ok

«Un giorno, Leonia pensando di essere troppo grande per giocare a bambola venne a trovarci tutte e due con un cestino pieno di vestitini e di pezzi destinati a farne altri, al di sopra era stesa la sua bambola. – “Tenete, sorelline mie, ci disse, scegliete, vi do tutto”. Celina allungò la mano e prese un pacchetto di cordoncini che le piaceva. Dopo un momento di riflessione allungai la mano a mia volta dicendo: – “Io scelgo tutto!” e presi il cestino senza tante cerimonie, i testimoni della scena trovarono la cosa molto giusta, la stessa Celina non pensò di lamentarsene (del resto non mancava di giocattoli, il suo padrino la colmava di regali e Luisa trovava modo di procurarle tutto quello che desiderava). 
Questo piccolo fatto della mia infanzia è il riassunto di tutta la mia vita, più avanti quando mi è apparsa la perfezione, ho capito che per diventare una santa bisognava soffrire molto, cercare sempre il più perfetto e dimenticare se stessi, ho capito che c'erano molti gradi nella perfezione e che ogni anima era libera di rispondere agli inviti di Nostro Signore, di fare poco o molto per Lui, in una parola di scegliere tra i sacrifici che egli chiede. Allora come nei giorni della mia prima infanzia ho esclamato: “Mio Dio, io scelgo tutto. Non voglio essere una santa a metà, non mi fa paura soffrire per Te, non temo che una cosa, conservare la mia volontà, prendila, perché scelgo tutto quello che vuoi tu!...”». (Ms A, 37)

 

Il papà e Teresa

Doppio

«Tutti i pomeriggi, andavo a fare una passeggiatina con il papà; facevamo insieme la visita al Santissimo Sacramento, visitando ogni giorno una chiesa nuova, così entrai per la prima volta nella Cappella del Carmelo: il papà mi mostrò la grata del coro, dicendomi che dietro ci stavano le religiose. ero ben lontana dal sospettare che nove anni dopo sarei stata tra loro!...
Dopo la passeggiatina (durante la quale il papà mi comperava sempre un regalino da uno o due soldi) tornavo a casa, allora facevo i compiti, poi tutto il resto del tempo, restavo in giardino a saltellare attorno al papà, perché io non sapevo giocare a bambola. 
Era una grande gioia per me preparare delle tisane con dei piccoli semi e scorze di alberi che trovavo per terra, poi le portavo al papà in una bella tazzina, il povero caro papà lasciava il suo lavoro e poi sorridendo faceva finta di bere, prima di restituirmi la tazza mi chiedeva (come furtivamente) se bisognava gettarne il contenuto, qualche volta dicevo di sì, ma il più delle volte mi portavo via la mia preziosa tisana, perché volevo servirla più volte.
Amavo coltivare i fiorellini nel giardino che il papà mi aveva donato; mi divertivo ad erigere degli altarini nella rientranza che si trovava a metà del muro, quando avevo finito, correvo dal papà e trascinandolo gli dicevo di chiudere bene gli occhi e di aprirli solo quando gli avrei detto io di farlo: faceva tutto quello che volevo e si lasciava condurre davanti al mio giardinetto, allora gridavo: «Papà, apri gli occhi!». Li apriva e andava in visibilio per farmi piacere, ammirando quello che io pensavo fosse un capolavoro!... non finirei mai se volessi raccontare mille piccoli episodi di questo genere che mi si affollano nella memoria... 
Ah, come potrò ripetere tutte le tenerezze che il papà prodigava alla sua reginetta? ci sono cose che il cuore sente, ma che la parola e perfino il pensiero non possono riuscire ad esprimere...
Erano per me bei giorni, quando il mio diletto re mi portava a pesca con lui, mi piaceva tanto la campagna, i fiori e gli uccelli! qualche volta cercavo di pescare con la mia piccola lenza, ma preferivo andare a sedermi da sola sull'erba fiorita, allora i miei pensieri si facevano molto profondi e senza sapere che cos'era meditare, la mia anima si immergeva in una vera e propria orazione». (Ms A, 47– 49)

 

Il nome scritto in cielo

Stelle ok

«Era con piacere che vedevo il papà venirci a prendere, tornando guardavo le stelle che scintillavano dolcemente e quella vista mi affascinava... c'era soprattutto un gruppo di perle d'oro che osservavo con gioia pensando che aveva la forma di una T lo facevo vedere al papà dicendogli che il mio nome era scritto nel cielo e poi non volendo vedere niente della brutta terra, gli chiedevo di guidarmi, allora senza guardare dove mettevo i piedi, stavo con la testolina per aria senza stancarmi di contemplare il cielo stellato!». (Ms A, 62)

 

La commozione del papà per la passione di Gesù

«Quando il predicatore parlava di santa Teresa, papà si chinava verso me, e mi diceva piano: «Ascolta bene, reginetta mia, parla della santa tua patrona». Ascoltavo, realmente, ma guardavo papà più spesso del predicatore, il suo bel volto mi diceva tante cose! qualche volta, gli occhi gli si empivano di lacrime, che egli si sforzava inutilmente di trattenere, pareva che già fosse staccato dalla terra, tanto l'anima sua sapeva immergersi nelle verità eterne. e tuttavia il suo corso di vita era ancora ben lungi dal giungere a compimento, dei lunghi anni dovevano trascorrere prima che il cielo bello si aprisse agli occhi rapiti di lui, e che il signore asciugasse le lacrime del suo servo buono e fedele!». (Ms A, 60)

 

Il solco d'oro

Barca ok

«Avevo 6 o 7 anni quando il papà ci condusse a Trouville. Mai dimenticherò l’impressione che mi fece il mare, non riuscivo a fare a meno di guardarlo continuamente, la sua maestà, il fragore dei suoi flutti, tutto parlava alla mia anima della Grandezza e della Potenza del Buon Dio.
La sera, nell’ora in cui il sole sembra immergersi nell’immensità dei flutti lasciandosi davanti un solco luminoso, andavo a sedermi tutta sola su una roccia con Paolina... 
Allora mi ricordai la storia commovente “Del solco d’oro!...”. Lo contemplai a lungo quel solco luminoso, immagine della grazia che illumina il cammino che deve percorrere il piccolo vascello dalla bella vela bianca... Accanto a Paolina, presi la decisione di non allontanare mai la mia anima dallo sguardo di Gesù, affinché voghi in pace verso la patria dei cieli!». (Ms A, 73)