Verona Scalzi

CHIESA DI S. TERESA (agli Scalzi)

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Vicolo Carmelitani Scalzi, 13
37122 - VERONA

Orario di apertura:
Mattino dalle ore 6.30 alle 10.30
Pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30

Orario delle S. Messe:
Feriali ore 7 -10 -18

Prefestiva ore 18
Festive ore 9 - 11 -18

Orario per le confessioni:
Nelle ore di apertura della chiesa

Contatti:
Tel. 0458003738

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CENNI STORICI

I Padri Carmelitani Scalzi arrivano a Verona nel 1663 e possono costruire il convento e la chiesa a partire dal 1664, dedicando in origine la chiesa alla SS.ma Annunziata e solo più tardi a S. Teresa d’Avila. Sono vicini a Porta Pallio e a Castelvecchio, in una zona abbastanza centrale della città. La chiesa diventerà pian piano molto bella, disponendo anche del materiale avanzato dalla chiesa di Venezia.

Con una facciata semplice ma armoniosa, ha un interno a pianta ottagonale che dà un senso di ampiezza e di respiro, con il soffitto ornato da un poderoso cornicione, con ricche cappelle, molti quadri e buone statue di validi autori del settecento veronese e bresciano.

Nel 1810 il convento è soppresso per le leggi napoleoniche, ma buona parte di esso è comunque lasciato a disposizione dei religiosi. Anche la chiesa rimane aperta e un frate figura come vicario parrocchiale di S. Luca. Nel 1848 chiesa e convento vengono brutalmente confiscati dal governo e adibiti a caserma e a magazzino militare fino al 1857. Qualche frate resta a occupare alcune stanze per cui si parla di un conventino Ospizio, che nel 1861 diventa addirittura priorato. Ma nel 1866 arriva la più drastica soppressione italiana, benché, aiutata dalla popolazione, vi resista una piccola comunità. Nel 1880 il demanio destina la maggior parte del convento a carcere, facendo erigere nuovi muri che distinguono la casa di pena dalla zona dei frati. Tra fine Ottocento e inizio Novecento un giovane prete, don Giovanni Calabria, si porta anche di notte a consultare il P. Natale Fada, suo padre spirituale (morto nel 1943 e sostituito da P. Cherubino Richiedei).

Dopo il processo di Castelvecchio alla fine del 1943 gli ex gerarchi fascisti, tra cui G. Ciano ed E. De Bono, condannati a morte da Mussolini, sono rinchiusi temporaneamente alle Carceri degli Scalzi. Il bombardamento dell’ottobre 1944 distrugge parte del complesso e i 300 detenuti sono avviati in Germania. I frati, con sacrestia, coro e ambienti contigui in macerie e la chiesa gravemente danneggiata, si adattano alla meno peggio, avendo a disposizione la casa confinante a pochi metri, detta dei Bontemponi e acquistata anni prima. Dopo la seconda guerra mondiale il terreno rimane ricoperto di ruderi fino al 1969. Poi si provvede a risistemare la parte lasciata ai frati. Lavori importanti si fanno negli anni 1975-78, quando viene trasferita qui da Venezia la curia con la sede del Provinciale.

di P. Ermanno Barucco ocd

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La notte di Natale del 1886, a quasi quattordici anni, Teresa ha ricevuto da Gesù, il Figlio di Dio fatto debole bambino a Betlemme, la grazia della “conversione” che l’ha fatta uscire da un’infanzia ferita dalla malattia degli scrupoli e da un’eccessiva sensibilità cominciate dopo la morta della madre avvenuta quando aveva solo 4 anni e mezzo.

Oggi, anniversario della canonizzazione di s. Teresina, pubblichiamo un'altra puntata della serie "Gli artisti di Teresina"! 

di P. Ermanno Barucco ocd

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Le raffigurazioni artistiche di “Teresa con le rose” sono antiche, come il dipinto del 1911 realizzato dalla sorella Celina diventata Carmelitana con il nome di suor Genoveffa di Santa Teresa, e vogliono inizialmente rappresentare il desiderio della Santa di sfogliarne i petali per regalarli a Gesù, come Teresa faceva ai piedi del Crocifisso al centro del chiostro del monastero di Lisieux con le sue novizie. E sua sorella Celina era stata una di loro. Ma nel giro di pochi anni l’immagine di “Teresa con le rose” cede il passo alla “Teresa e la pioggia di rose” che fu oggetto di diverse opere artistiche e decorazioni stilistiche. Queste ultime abbondano nel Santuario di santa Teresa del Bambino Gesù di Verona-Tombetta, tanto che ci sono rose in abbondanza di tutti i generi: scolpite, dipinte, intagliate, intarsiate, affrescate, mosaicate e perfino delle vere rose nel chiostro, sul piazzale e nel giardinetto laterale. Non per nulla la rivista del Santuario si chiama “Santa Teresa del Bambin Gesù e la sua pioggia di rose”. Che cosa ha prodotto questa pioggia artistica di rose?

di P. Ermanno Barucco ocd

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Dopo aver completato la statua di “Teresa con le rose” per l’inizio del 1923, in vista della beatificazione nel marzo dello stesso anno, padre Marie-Bernard realizzerà un soggetto simile per la chiesa della sua abbazia della Trappa di Soligny nel 1924. Il modello originario di questo cliché iconografico è il disegno eseguito nel 1911 da Celina, sorella di Teresina, divenuta al Carmelo di Lisieux suor Genoveffa del Volto Santo.

di P. Ermanno Barucco ocd

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Dal 1923, anno della beatificazione, la statua di “Teresa con le rose” è l’immagine simbolo della Santa di Lisieux insieme al quadretto dello stesso soggetto già diffuso qualche anno prima.

di P. Ermanno Barucco, ocd

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Il padre Marie-Bernard non fu solo “scultore di Teresa” ma di altre opere di diversi soggetti. Alcune statue della Vergine Maria ad esempio lo hanno reso famoso. Tra queste c’è anche la riproduzione della statua della “Vergine del sorriso”, quella statua di Maria Immacolata – con le mani aperte e le braccia tese, con la corona di stelle sulla testa e la luna sotto i piedi, mentre schiaccia la testa al serpente – che aveva accompagnato la storia santa della famiglia di Teresa.