di Teodolinda Levi ocds

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Si è svolto presso il  Centro Diocesano di San Fidenzio, in provincia di Verona, il primo Convegno Provinciale OCDS  del triennio 2019/20. Il programma prevedeva nel pomeriggio di sabato 19 un momento di verifica degli incontri formativi svolti da aprile a settembre in tutte le Comunità OCDS della nostra Provincia.

Puntiamo lo sguardo sulle nostre Comunità” è stato lo scopo di questi incontri formativi in cui ogni Comunità ha riflettuto e relazionato sulla seguente traccia proposta dal Consiglio Provinciale:

Alla luce della Regola di S. Alberto (vedi anche i nn. dal 6 al 9 delle Costituzioni OCDS) e della Esortazione Apostolica “Christifideles laici” (nn. 28,29,30) ogni Comunità si confronti su questi quattro punti:

  • Preghiera vocale (come si frequenta la Parola di Dio e la si prega soprattutto con la Liturgia della Ore);
  • L'Orazione (come si favorisce e si fa l'Orazione);
  • La formazione  (come si fa formazione);
  • La condivisione (come si favorisce la vita fraterna).

Il Convegno è stata l’occasione per offrire ai partecipanti una sintesi complessiva di quanto emerso dagli incontri comunitari e, nello stesso tempo, una riflessione da parte del Consiglio Provinciale sui tanti punti di forza presenti in ciascuna realtà comunitaria, ma anche una puntualizzazione su alcune criticità relative alla pratica dell’orazione mentale, della formazione, in particolare quella iniziale e sulla condivisione fraterna. I tre aspetti sono stati fraternamente condivisi per dare modo alle Comunità di prenderne coscienza e al Consiglio Provinciale di prendersi carico di queste difficoltà nell’immediato, ma anche per il prossimo triennio ormai alle porte.

La domenica invece, dopo la celebrazione della Messa, è stata dedicata alla prosecuzione del tema della santità che ha fatto da filo conduttore degli ultimi Convegni Provinciali avendo come punto di riferimento l’Esortazione Apostolica “Gaudete et exsultate” di Papa Francesco. A farci riflettere sulle caratteristiche della santità nel mondo attuale è stato P. Fabio Roana ocd, Priore del Convento di Mantova e assistente spirituale della stessa Comunità.

Padre Fabio ha inizialmente sintetizzato nel seguente schema i rischi del nostro modo di vivere e in contrapposizione le virtù che siamo chiamati ad esercitare:

RISCHI E LIMITI  STILI DI SANTITÀ 
ansietà nervosa e violenta che ci disperde e debilita sopportazione, pazienza e mitezza
negatività e tristezza gioia e senso dell’umorismo
accidia comoda, consumista ed egoista audacia e fervore
individualismo in comunità
tante forme di falsa spiritualità senza incontro con Dio che dominano nel mercato religioso attuale in preghiera costante

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Ha proseguito poi inquadrando il tema della santificazione nel percorso esistenziale di un Carmelitano Secolare che, pur chiamato alla scelta privilegiata di far parte della famiglia teresiana, deve però riconoscere umilmente di non essere migliore degli altri e di accorgersi di tanti che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, sono la  “classe media della santità” (GeE 7) a cui non possiamo non fare riferimento.

Con questa consapevolezza possiamo però conservare alcune certezze:

  1. Il Carmelo è il posto giusto per la nostra santificazione, perché il Carmelo è il luogo della bellezza, il luogo della presenza di Dio
  2. Sostenuti dai nostri riformatori che hanno goduto di grazie speciali, dobbiamo a nostra volta sentirci fondamento e garanzia per coloro che vengono dopo di noi. Dobbiamo coltivare la fedeltà e l’entusiasmo degli inizi, ma sempre in forma creativa. Scrive S. Teresa: «Sento alle volte dire degli inizi degli ordini che, essendo le fondamenta, il Signore faceva maggiori grazie a quei nostri santi del passato. Ed è così. Ma dobbiamo osservare sempre che sono fondamenta di coloro che stanno per venire. Perché se quanti viviamo ora non fossimo caduti rispetto a quelli del passato, e quanti venissero dopo di noi facessero altrettanto, l’edificio resterebbe sempre saldo» (Fondazioni 4,6)
  3. Il nostro punto di forza è l’interiorità dove si consuma il matrimonio spirituale, l’unione dell’anima con Dio, che è la sorgente della nostra missionarietà. «Dall’interiorità più profonda si irradia l’essenza, esce involontariamente da sé. Quanto più l’uomo vive raccolto nell’interiorità più profonda dell’anima, tanto più forte è l’irradiazione che parte da lui e attira altri nella sua scia» (VII 9,4).

Grati al Signore per la nostra appartenenza al Carmelo e impegnati responsabilmente in un cammino di santificazione personale abbiamo concluso il nostro Convegno, prima del pranzo comunitario, con l’esecuzione di Domenica, una nostra formanda, cantante lirica, che ci ha allietato con l’inno finale dell’atto II della Forza del destino di Giuseppe Verdi, La Vergine degli Angeli. A Lei, Vergine degli Angeli, Vergine del Carmelo, abbiamo affidato il nostro Ordine Secolare e tutto la famiglia carmelitana.

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