Stampa

di P. Rodolfo Girardello ocd

14

A nome della nostra Provincia, P. Raffaello Zorzi in qualità di zelatore delle missioni e io P. Rodolfo come visitatore veterano siamo andati, dal 5 al 18 giugno, in Madagascar per partecipare alla celebrazioni davvero solenni nel 50° di quella missione, nata dalla generosa iniziativa della Provincia Veneta. Siamo stati accolti con tutti i segni dell’attenzione e della riconoscenza sia da parte del Commissario P. Fulgence che dei suoi confratelli, che si sono ritrovati in quei giorni soprattutto a Itaosy (sobborgo di Tananarive) ma anche ad Arivonimamo e a Moramanga, località tra le più significative per il lavoro svolto dai nostri 18 missionari veneti arrivati via via.

Alcuni di loro oggi si trovano ancora là, inseriti totalmente o almeno parzialmente (“a servizio”) in quella realtà che dal 13 dicembre 1999 è un Commissariato Generale; essi sono – in ordine di anzianità missionaria – : P. Tiziano Marian (1971), P. Flavio Caloi (1972), P. Antonio Corazza (1984), P. Bruno Dall’Acqua (1986), P. Cesare Busecchi (1987).

Noi due ospiti d’onore ci siamo sistemati fin dall’inizio nella decorosa casa provincializia di Itaosy. Il sabato 8 giugno (giorno esatto dell’arrivo nel 1969 dei primi due pionieri P. Gino Pizzuto e P. Sergio Sorgon, mentre P. Angelo Doriguzzi arrivava il 26 luglio seguente) abbiamo partecipato alla prima grande celebrazione nella chiesa parrocchiale di Itaosy, ultimamente ampliata e stracolma soprattutto di alunni delle nostre scuole. Il giovane Vescovo carmelitano mons. Fabien presiedeva la liturgia, assai ordinata e ravvivata da canti e danze. P. Cesare presentava la lettera scritta per l’occasione dal nostro P. Provinciale. Dopo la messa veniva benedetta e inaugurata ufficialmente la mostra fotografica sulla missione, visitata continuamente nei giorni successivi.

Il giorno 9 giugno eravamo ad Arivonimamo (a circa 45 km da Tanà, compiuti in un’ora e mezza circa), dove hanno lavorato un po’ tutti i nostri, iniziando proprio qui ad accogliere i primi postulanti dell’Ordine. In un’assemblea liturgica di circa tre ore all’aperto, con circa 4.000 fedeli ben composti e attenti, ancora mons. Fabien ha celebrato la festa della Pentecoste e poi ha inaugurato la nuova sede delle scuole elementari dei nostri religiosi. Al pranzo seguente sedevano circa 200 persone in un grande salone ben addobbato e ben servito. Grande gusto e grande proprietà in tutto.

P. Cesare ha voluto farci visitare fuori della cittadina una nuova realtà, nata con criteri discutibili per l’iniziativa di una associazione poco raccomandabile e riscattata dai nostri religiosi: abbiamo così visto un serpentone di circa 150 metri di costruzione a un solo piano, con sale una dopo l’altra da destinare forse a contadini che si impegnino a coltivare gli ettari di terreno circostante ancora abbandonato.

Il lunedì 10 giugno è stato il giorno della memoria dei sette defunti della missione, tre dei quali veneti: P. Sergio Sorgon (1985), P. Angelo Doriguzzi (1994) e P. Giuseppe Sabbadin (2004). Nella parrocchiale di Itaosy alla santa Messa delle 9.00, presieduta dal P. Cesare in qualità di Vicario del Commissariato, si sono ricordati quattro malgasci: uno deceduto a Roma in S. Teresa, uno ancora novizio, due morti a soli 50 anni o poco più. Io sono stato invitato a presentare brevemente le tre figure dei nostri con P. Tiziano che traduceva in malgascio, ma quando s’è trattato di P. Sergio la commozione l’ha sopraffatto: infatti il mattino dell’8 gennaio 1985 è stato lui a trovare sul ciglio della strada il corpo straziato del nostro martire, ucciso il giorno prima.

L’11 giugno P. Flavio, arrivato quel giorno dal Camerun (ma egli risiede alla Réunion con P. Antonio Corazza), ha tenuto una conferenza vibrante sulla prima esperienza dei nostri missionari; e il giorno 13 è toccato a P. Tiziano parlare della vita carmelitana e ancora di P. Sergio, non senza innumerevoli sospensioni per la commozione.

Noi due ospiti non abbiamo partecipato a quegli incontri, data la barriera della lingua. Con P. Cesare, che s’è dedicato molto a noi, abbiamo visitato non solo lo studentato di Ampasanimalo (in centro città), ma anche varie realtà nate dalla iniziativa di questo o quel nostro padre: per esempio le casette costruite con l’aiuto del gruppo missionario di Brescia legato al nostro P. Marco Paolinelli e abitate da numerose famiglie poverissime. Abbiamo visitato anche l’Università Cattolica dove insegnava P. Marco e dove continua P. Cesare con qualche giovane carmelitano. Siamo passati al Seminario Maggiore dove per un triennio è vissuto negli anni ‘70-80 P. Gino come padre spirituale e dove P. Flavio ha insegnato a lungo bibbia, teologia dogmatica e altro ancora.

Nei giorni 13-14 giugno, con P. Bruno Dall’Acqua abbiamo approfittato per visitare l’importante centro mariano di Moramanga a 150 km da Tanà, arrivandoci dopo quattro ore di viaggio su strade improbabili. Abbiamo ammirato tra l’altro il grande e splendido Santuario inaugurato già nel Natale del 2000: costruito con la intelligente collaborazione del geometra Andrea Piubeni e con il sostanzioso contributo dei nostri amici italiani, in particolare del Movimento Ecclesiale Carmelitano, esso sta diventando sempre più un luogo assai importante di evangelizzazione.

Siamo passati anche nella vasta proprietà di campagna che permette ai nostri religiosi di mantenere anche i numerosi postulanti (quest’anno 22) che puntano al noviziato di Itaosy. Vi abbiamo incontrato una certa Sandra Pazzaglia di Pesaro, che si dedica da anni a promuovere presso i malgasci delle culture anche nuove, non senza grandi fatiche.

Tornati dopo due giorni a Itaosy, abbiamo visitato le monache del quartiere Ampasanimalo, dove è attualmente priora Suor M. Maddalena, arrivata da Verona nel 1992 assieme ad altre tre nostre monache venete. Accompagnati da P. Flavio, siamo stati accolti con grande simpatia e ci siamo intrattenuti fino al pomeriggio.

Domenica 16 giugno è stato il giorno conclusivo delle feste, con una celebrazione di quattro ore all’aperto, presieduta dall’arcivescovo di Tanà con accanto mons. Fabien, nel vasto cortile del Liceo. Concelebranti carmelitani circa 60, gente moltissima e paziente, sempre disposta a cantare e a danzare. Molti e lunghi discorsi (“kabari”). Riconoscimenti e apprezzamenti per tutti i nostri missionari. Benedizione delle tombe di alcuni religiosi. Solenne anche il pranzo con 600 invitati, nel grande salone del Liceo. Insomma una vera festa di popolo, popolo carmelitano.

A sera mons. Fabien offriva una cena a tutti i carmelitani (compresi novizi e studenti) nella nuova sede, fatta da lui costruire, della Conferenza episcopale malgascia di cui oltretutto è il vicepresidente. Alla fine della cena ha raccontato con vivacità varie esperienze vissute con Papa Francesco, tra cui quella della quasi insperata visita pontificia ottenuta per il prossimo mese di settembre.

Siamo ripartiti per l’Italia il 18 giugno scorso, arrivando a Malpensa il 19 mattina. Negli occhi e soprattutto nel cuore ci restano le immagini del solito Madagascar dalle strade impraticabili e pur piene di gente giovane che ha tutti i segni della povertà (ma si vedono anche case passabili, come quelle dei nostri religiosi); le immagini di miseri e innumerevoli negozietti tutti eguali lungo le assiepatissime strade (con in vendita di qualche banana, qualche carota o insalata e molte mosche); le immagini di visi seri che improvvisamente si illuminano d’un sorriso tipico; ma soprattutto le frequentate assemblee religiose così vive ed esemplari.

Queste assemblee sono ora guidate da carmelitani nati per l’opera indefessa dei nostri missionari. Quanto c’è da rimanere ammirati e da ringraziare il Signore! Sì, mentre alle spalle ci sono ormai 50 anni di grandi grazie, si può serenamente sperare che queste grazie continueranno, perché il nostro Dio è un Dio fedele e pieno d’amore. E tutti ci sentiamo felici di quanto il Signore ha operato e lo ringraziamo con incontenibile slancio di riconoscenza.