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La predilezione di Gesù per i piccoli

Bambini

Teresa mostra come il binomio peccato-misericordia è abbracciato dentro il binomio infanzia-misericordia. Se ogni uomo è un bambino di Dio, il peccatore altro non è che un bambino che si è fatto del male – come ricorda la parabola del “papà-medico” raccontata da Teresa – ; e l’innocente (Maria e le anime vergini) altro non è che un bambino rimasto sempre, con riconoscenza, nella casa del Padre. Le tre immagini possibili di Dio Misericordioso sono tutte presenti in questo testo di Teresa:
– il papà che tiene tra le braccia il bambino addormentato,
– la mamma che consola e accarezza il suo bambino,
– il buon pastore che tiene tra le braccia la sua pecorella.

«Capisco così bene che non c’è che l’amore che possa renderci graditi al Buon Dio, che questo amore è l’unico bene che bramo. Gesù si compiace di mostrarmi l’unico cammino che porta a questa fornace Divina. Questo cammino è l’abbandono del bambino che si addormenta senza timore tra le braccia di suo padre... “Se
qualcuno è molto piccolo venga a me”, ha detto lo Spirito Santo per bocca di Salomone (Prov 9,4); e questo medesimo Spirito d’Amore ha detto anche che “ai piccoli è concessa la MISERICORDIA” (Sap 6,7). In nome suo, il profeta Isaia ci rivela che nell’ultimo giorno “il Signore condurrà il suo gregge al pascolo, radunerà gli agnellini e se li stringerà al seno” (Is 40,11). e come se tutte queste promesse non bastassero, lo stesso profeta, il cui sguardo ispirato si immergeva già nelle profondità eterne, esclama in nome del Signore: “Come una madre accarezza il figlio, così io vi consolerò, vi porterò in braccio e vi accarezzerò sulle mie ginocchia” (Is 66,13-12).

O Madrina diletta, dopo un simile linguaggio, non resta altro che tacere e piangere di riconoscenza e di amore!... Ah, se tutte le anime deboli e imperfette sentissero ciò che sente la più piccola tra tutte le anime, l’anima della sua piccola Teresa, non una sola di esse dispererebbe di giungere in cima alla montagna dell’amore! Infatti Gesù non chiede grandi azioni, ma soltanto l’abbandono e la riconoscenza». (Ms B, 242).


La Maddalena, e il papà medico

Peccatrice

«Lo so: “colui al quale si rimette meno, ama meno”; ma so anche che Gesù mi ha rimesso di più che a Santa Maddalena, poiché mi ha rimesso in anticipo,  impedendomi di cadere. Ah! come vorrei poter spiegare quello che sento!... Ecco un esempio che esprimerà un poco il mio pensiero. – Supponiamo che il figlio di un abile dottore incontri sul suo cammino una pietra che lo faccia cadere e che in questa caduta si rompa un arto, subito il padre va da lui, lo rialza con amore, cura le sue ferite, impiegando per questo tutte le risorse della sua arte e ben presto il figlio completamente guarito gli manifesta la propria riconoscenza. Certo questo figlio ha perfettamente ragione di amare suo padre! Ma farò anche un’altra supposizione. – Il padre, avendo saputo che sulla strada di suo figlio si trovava una pietra, si affretta ad andare davanti a lui e la rimuove (senza essere visto da nessuno). Certamente, questo figlio, oggetto della sua tenerezza previdente, non sapendo la sventura da cui è liberato dal padre non gli manifesterà la propria riconoscenza e l’amerà meno che se fosse stato guarito da lui... ma se viene a conoscere il pericolo al quale è sfuggito, non l’amerà forse di più? Ebbene, sono io quella bambina oggetto dell’amore previdente di un Padre il quale non ha mandato il suo Verbo per riscattare i giusti ma i peccatori. Egli vuole che io l’ami perché mi ha rimesso, non molto, ma tutto. Non ha aspettato che l’ami molto come Santa Maddalena, ma ha voluto che IO SAPPIA di essere stata amata di un amore di ineffabile previdenza, affinché ora io lo ami alla follia!... Ho sentito dire che non si era mai incontrata un’anima pura che ami più di un’anima penitente, ah! come vorrei smentire queste parole!». (Ms A, 120)

Sasso ok 2l

Sasso ok

 

L’ascensore

«Lei lo sa, madre, ho sempre desiderato essere una santa, ma ahimé! ho sempre constatato, quando mi sono confrontata con i santi, che tra loro e me c'è la stessa differenza che esiste tra una montagna la cui vetta si perde nei cieli e il granello di sabbia oscuro calpestato sotto i piedi dei passanti. Invece di scoraggiarmi mi sono detta: il Buon Dio non potrebbe ispirare desideri irrealizzabili: quindi nonostante la mia piccolezza posso aspirare alla santità; crescere, mi è impossibile, mi devo sopportare per quello che sono con tutte le mie imperfezioni, ma voglio cercare il modo di andare in cielo per una via bella dritta, molto corta, una piccola via tutta nuova. Siamo in un secolo di invenzioni, ora non vale più la pena di salire i gradini di una scala, dai ricchi un ascensore la sostituisce vantaggiosamente.

Vorrei trovare anch'io un ascensore per innalzarmi fino a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la dura scala della perfezione. Allora ho cercato nei libri santi l'indicazione dell'ascensore oggetto del mio desiderio e ho letto queste parole uscite dalla bocca della Sapienza Eterna: Se qualcuno è piccolissimo, venga a me.

ascensore

Allora sono venuta intuendo di aver trovato ciò che cercavo; e volendo sapere, o mio Dio! ciò che faresti al piccolissimo che rispondesse alla tua chiamata ho continuato le mie ricerche ed ecco quello che ho trovato: – Come una madre accarezza il figlio, così io vi consolerò, vi porterò in braccio e vi cullerò sulle mie ginocchia!

Ah! mai parole più tenere, più melodiose, hanno rallegrato la mia anima: l'ascensore che mi deve innalzare fino al Cielo, sono le tue braccia, o Gesù! Per questo non ho bisogno di crescere, anzi bisogna che io resti piccola, che lo diventi sempre di più». (Ms C, 271)