di P. Ermanno Barucco ocd

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La raffigurazione più conosciuta di Teresa di Gesù Bambino è la statua della Santa che stringe il crocifisso e le rose sul petto. In moltissime chiese e parrocchie è presente, anche perché si calcola che nei primi anni dopo la canonizzazione, avvenuta nel 1925, ne siano state prodotte più di 300.000 copie. Anche la sorella di Teresa con doti di pittrice, Celina, aveva già realizzato un dipinto di Teresa con il crocifisso e le rose ma nell’atto di sfogliarne i petali svolazzanti nell’aria, cosa certo non proponibile per una statua.

L’autore della statua fu un giovane religioso e prete cistercense che divenne, come lui stesso scrisse, «lo scultore di Teresa», in quanto nell’arco di poco più di vent’anni realizzò diversi modelli di statue della Santa. Il suo nome da religioso era padre Marie-Bernard (al secolo Louis Richomme), della Trappa di Soligny, non lontano da Lisieux. Punto di riferimento per la sua biografia e le sue opere su Teresina è lo studio di P. Descouvemont, Le père Marie-Bernard, sculpteur de Thérèse (Beauchesne, Paris 2018). Padre Marie-Bernard nasce nel 1883 e muore nel 1975. Da giovane diventa fabbro decoratore e nel 1902 entra in seminario, dove nel 1904 riceve il libro di Teresa “Storia di un’anima”. Una lettura che suscita in lui il desiderio di amare Gesù come lo ha amato Teresa. La legge della Laicità in Francia del 1905 ha come conseguenza la chiusura di diversi istituti religiosi e seminari, tra i quali il suo. Il giovane Louis entra quindi tra i Trappisti nel 1907 e nonostante dei problemi di salute resta fedele a quella vocazione e diviene prete nel 1913. Sviluppa doti di poeta e di scultore, e la sua prima statua, alla quale dedica un lungo lavoro dal 1912 al 1917, è dedicata alla Vergine sotto il titolo di “Regina e Madre di Misericordia”, in evidente riferimento alla Salve Regina (mater misericordiae), antifona mariana molto cara ai Cistercensi-Trappisti. Nel 1917 l’abate di Soligny visita le Carmelitane di Lisieux e riceve da madre Agnese di Gesù (Paolina, la sorella di Teresa) la richiesta di un consiglio per trovare uno scultore che possa realizzare delle statue di Teresina. È così che l’abate la mette in contatto con il giovane confratello trappista padre Marie-Bernard. Inizia allora una lunga storia di incontri ma anche di scontri, di amicizia e consonanze artistiche, ma pure di incomprensioni sul modo di realizzare alcune opere. Ci restano le numerose lettere che padre Marie-Bernard scrisse al Carmelo, mentre le lettere delle sorelle Martin Carmelitane indirizzate al Trappista furono distrutte dallo stesso su loro esplicita richiesta.

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A partire dal 1917, quindi, padre Marie-Bernard ha l’occasione di riscoprire Teresa e attraverso i suoi scritti, si immerge di nuovo in profondità nella spiritualità della Santa di Lisieux, e comincia allora a percorrere una “missione” che Teresa, dal cielo, gli stava preparando per aiutarla a diffondere il messaggio dell’infanzia evangelica. Dal 1919 al 1944, lo scultore trappista realizzerà personalmente, o attraverso altri scultori su suoi disegni, quasi una ventina di raffigurazioni di Teresa, senza contare i progetti che pensò e non riuscì a concretizzare. E realizzò nella sua lunga vita diverse altre statue di soggetto religioso che ebbero, attraverso immagini, una diffusione impressionate e sono molto note pure oggi, anche se non si sa che lui ne è l’autore. Senza contare le migliaia di medaglie di Teresa che produsse, grazie a macchinari modificati e adattati da lui stesso, e le numerose opere artistiche di soggetti devozionali, i più diversi, che realizzò “per passatempo”.

Ma tornando alla sua “missione” al servizio di Teresa che stava per cominciare, ecco che già nel 1918 scrisse alcune lettere in cui dice che era pieno di gioia per l’incarico ricevuto per far conoscere e amare Teresa. Sentiva che si trattava di una grazia e un onore che lo ripagavano abbondantemente del lavoro e della fatica, tanto da scrivere: «essere lo scultore di Teresa mi pare una grazia così grande che non crederò mai d’aver ottenuto a troppo caro prezzo il successo». Di successo certo ne ebbe, ma anche molte critiche rivolte alle sue statue da certi a cui non piacevano affatto. Ma lui non si abbatteva, e seguiva la “sua” idea artistica, rifiutando a volte commissioni bizzarre e stravaganti che gli giungevano anche dalle Carmelitane di Lisieux. Aveva il “suo” modo di esprimere Teresa nel volto e nello spirito, non era un mercenario, ma un discepolo della Santa, e grazie a lei e con lei era sempre più discepolo di Gesù e del vangelo. 

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