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di María del Puerto Alonso ocd

Il nostro padre e fratello San Giovanni della Croce ebbe un'infanzia molto difficile. Perse il padre in tenera età, conobbe la fame, la miseria, imparò a svolgere numerosi lavori senza riuscire ad identificarsi con nessuno. Un nostro confratello disse in diverse occasioni che Giovanni aveva tutte le qualità per essere "il patrono degli amareggiati". Ciononostante le testimonianza dei suoi processi di beatificazione e canonizzazione insistono sul fatto che egli era un uomo affabile e sereno. Un uomo convinto della presenza della misericordia di Dio nella sua vita e nella storia dell'umanità.

San Giovanni non esitava nel chiamare Dio "Padre di misericordia". E comincia così la  sua famosa "Orazione dell'anima innamorata": 

«Signore Dio, mio Diletto! Se il ricordo dei miei peccati ancora ti trattiene dal concedermi ciò che ti domando, fa' pure, riguardo ad essi, mio Dio, la tua volontà, che è la cosa che io desidero sopra ogni altra; ma, deh! usa la tua bontà e misericordia, e nel perdono di essi sarai conosciuto» (Sentenze, 25).

Egli vede con maggior chiarezza la misericordia di Dio all'interno dei misteri della fede e della vita di Gesù, suo Figlio. Commentando il "Cantico spirituale", scrive:

«Per mezzo di queste creature intelligenti, l'anima conosce Dio più al vivo, sia per la considerazione della sua eccellenza sopra tutte le cose create, sia per quello che esse c'insegnano di Dio: le une, cioè gli angeli, interiormente, con segrete ispirazioni; le altre, cioè gli uomini, esteriormente, per mezzo delle verità della Scrittura. Perciò giustamente dice:

Di te mille bellezze a me descrive.

Ossia, dandomi a conoscere cose ammirabili della tua grazia e della tua misericordia circa l'opera dell'Incarnazione e le verità della fede, che mi spiegano e sempre più mi vanno descrivendo; ché per quanto ne volessero dire, potrebbero scoprirmi di te bellezze sempre maggiori» (Cantico Spirituale B, VII, 6-7). 

Per San Giovanni, Gesù è "la mano misericordiosa del Padre" (Fiamma Viva d'Amore, II, 16).

Dio è "sorprendente", ci dice il nostro fratello Giovanni, perchè le sue azioni e le sue opere sono sempre "nuove e ammirevoli", e così è nella sua misericordia. Dio vede le nostre più piccole azioni o sguardi d'amore e vi rimane catturato, conferendo loro un valore inestimabile, essendo Lui ad amarci per primo - "Perché il mirare di Dio significa amare" (Cantico Spirituale B, XXXII, 3) - e noi non facciamo altro che corrispondere a questo amore (Cfr. Cantico Spirituale B, XXXI, 8).

Questi occhi dello Sposo, che guardano con amore, sono "i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina" (2Pt 1, 4). 

«L'anima, dunque, vedendo la dignità e l'altezza in cui Dio l'ha collocata, soggiunge:

Quindi vieppiù mi amavi

Questo amare vieppiù è amare molto, e dice di più che il semplice amare; è come un amare doppiamente» (Cantico Spirituale B, XXXII, 4-5).

Nel guardarci Dio ci ama semplicemente. E cosa fa l'anima quando guarda a Dio?

«Adoravano, dunque, illuminate e innalzate dalla divina grazia e favore, quello che in Dio ormai vedevano;  il che prima non potevano fare per la loro cecità e bassezza. Ma che cosa era, dunque, quello che vedevano? Era grandezza di virtù, abbondanza di soavità, bontà immensa, amore e misericordia in Dio, innumerevoli benefici da Lui ricevuti, sia in questo tempo in cui l'anima è così unita a Dio, sia quando non lo era» (Cantico Spirituale B, XXXII, 8).

Quando l'anima si ricorda di aver ricevuto tutte queste grazie, gioisce e si diletta nell'amore e nel ringraziamento (Cfr. Cantico Spirituale B, XXXIII, 2), poichè i favori di Dio, che sono un mistero, rallegrano l'anima man mano che essa li scopre. E questi beni sono "la giustizia, la misericordia, la sapienza, la potenza, la carità" (Cantico Spirituale B, XXXVII, 2).

Tutto questo, che può sembrare mera teoria, era per Giovanni la sostanza della vita. Nelle sue lettere è possibile riscontrare un riflesso della misericordia di Dio.

Madrid, luglio 1590
«Gesù sia nell'anima sua, figlia mia in Cristo.
Leggendo la sua lettera ho sentito compassione per la sua pena e sono addolorato di essa per il danno che può farle allo spirito e anche alla salute [...]» (Lettera 22 - A Leonora di S. Gabriele, in Cordova). 

Granada, 22 novembre 1587
«Gesù e Maria siano nelle loro anime, figlie mie in Cristo.
La loro lettera mi ha molto consolato; il Signore le ricompensi. Se non ho scritto, non è dipeso da mancanza di volontà, poichè desidero per voi ogni bene [...]» (Lettera 8 - Alle Carmelitane Scalze di Beas).

Che cosa, o meglio, chi è Dio per San Giovanni della Croce?

«Dio, nel suo unico e semplice essere, è tutte le virtù e le grandezze dei suoi attributi: è onnipotente, sapiente, buono, misericordioso, giusto, forte, amoroso ecc., con altri infiniti attributi e virtù, che noi non conosciamo. Egli è tutte queste cose nel suo semplice essere. [...] Ogni attributo divino è una lampada che illumina l'anima, e le infonde calore di amore» (Fiamma Viva d'Amore, III, 2).

«Quando qualcuno ama e fa del bene a un altro, lo benefica e lo ama secondo la propria condizione e le proprie qualità: e così il tuo Sposo, stando in te, ti fa le grazie da Quegli che è. Essendo onnipotente, sapiente ed infinitamente buono, ti ama e benefica con onnipotenza, sapienza e bontà. Santo e giusto, ti ama e ti fa grazie con santità e giustizia. Essendo Egli misericordioso, pietoso e clemente, sperimenti la sua misericordia, pietà e clemenza. È l'Essere forte e delicato: e perciò senti che ti ama fortemente e delicatamente. Egli, verace e puro, ti ama davvero e con purezza; liberale (Sap 6,17) ti ama e fa grazie con liberalità, senza alcun interesse, soltanto per beneficarti. Egli, che è la virtù stessa della somma umiltà, umilissimamente si abbassa fino a te e con somma estimazione ti ama, ti uguaglia a sé, per questa via di sue notizie Egli stesso ti si mostra dolce e lieto, con quel suo volto pieno di grazia, ed in questa sua unione ti dice, non senza gran giubilo del tuo cuore: "Io sono tuo e per te, e godo di essere quale sono, per essere tuo e donarmi a te"» (Fiamma Viva d'Amore, III, 6).

«E così qui, Dio è tutto applicato a favorire ed accarezzare l'anima come fa una madre nel servire e vezzeggiare il suo bambino, nutrendolo al suo seno; onde l'anima conosce la verità di quel detto d'Isaia: Sarete portati sul seno`di Dio, e sulle sue ginocchia sarete accarezzati (Is 66,12)» (Cantico Spirituale B, XXVII, 1)

 

Fonte: www.delaruecaalapluma.wordpress.com
Traduzione dallo spagnolo di F. Francesco Palmieri ocd