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di P. Agostino Pappalardo ocd

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Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “La Risurrezione di Gesù è la verità culminante della nostra fede in Cristo” (sull’argomento puoi vedere: Catechismo…, dal n. 638 al n. 646) e spiega: “Il mistero della Risurrezione di Cristo è un avvenimento reale che ha avuto manifestazioni storicamente constatate, come attesta il Nuovo Testamento. Già verso l’anno 56 san Paolo può scrivere ai cristiani di Corinto: «Vi ho trasmesso…, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture…» (1Cor 15)

Il sepolcro vuoto

Nel quadro degli avvenimenti di Pasqua, il primo elemento che si incontra è il sepolcro vuoto. Non è in sé una prova diretta -  così precisa il Testo magisteriale - eppure il sepolcro vuoto ha costituito per tutti un segno essenziale. “La sua scoperta da parte dei discepoli è stato il primo passo verso il riconoscimento dell’evento della Risurrezione. Dapprima è il caso delle pie donne, poi di Pietro. [Giovanni] «Il discepolo… che Gesù amava», (vedi Gv. 20) afferma che entrando nella tomba vuota e scorgendo «le bende per terra», «vide e credette». Ciò suppone che egli abbia constatato […] che l’assenza del corpo di Gesù non poteva essere opera umana”.  Difatti nell’ipotesi inverosimile che il cadavere di Gesù fosse stato trafugato da ladri, nessuno di questi avrebbe avuto la preoccupazione di spogliarlo di tutte le bende, del sudario, quindi di riporre questi “teli” (ultima versione Cei) piegati con cura, in parte. Così nelle narrazioni dei Vangeli e del N. T. non troviamo descrizioni della Resurrezione “in diretta”, poiché è  stato un evento che superava la sperimentazione, l’indagine umana immediata, ma di certo riceviamo la testimonianza di uomini e donne che ci offrono tanti segni concreti e il racconto dei loro incontri veri e corposi con il Risorto Gesù, il quale inizia a chiarire  loro il vero significato dei fatti, a cui si riferivano le Sacre Scritture, e quindi dell’intera Storia della Salvezza.

Le apparizioni e gli incontri del Risorto

Continuiamo a seguire il Catechismo: “Maria di Magdala e le pie donne che andavano a completare l’imbalsamazione del Corpo di Gesù, [Cf. Mc 16…; Lc 24…], sono state le prime ad incontrare il Risorto [Cf. Mt 28…; Gv 20…]. Le donne furono così le prime messaggere della Risurrezione di Cristo per gli stessi Apostoli. A loro Gesù appare in seguito: prima a Pietro, poi ai Dodici […] Come testimoni del Risorto essi rimangono le pietre di fondazione della sua Chiesa. La fede della prima comunità dei credenti è fondata sulla testimonianza di uomini concreti, conosciuti dai cristiani e, nella maggior parte, ancora vivi in mezzo a loro. Questi testimoni della Risurrezione […] non sono soltanto loro: Paolo parla chiaramente di più di cinquecento persone alle quali Gesù è apparso in una sola volta [Cf 1Cor 15…]. Davanti a queste testimonianze è impossibile interpretare la Risurrezione di Cristo al di fuori dell’ordine fisico e non riconoscerla come un avvenimento storico. Risulta dai fatti che la fede dei discepoli è stata sottoposta alla prova radicale della passione e della morte in croce del loro Maestro […]  Lo sbigottimento provocato dalla passione fu così grande che i discepoli […]  non credettero subito alla notizia della Risurrezione. Lungi dal presentarci una comunità presa da una esaltazione mistica, i Vangeli ci presentano i discepoli smarriti […] e spaventati […], perché non hanno creduto alle pie donne che tornavano dal sepolcro e «quelle parole parvero loro come un vaneggiamento».  Anche messi davanti alla realtà di Gesù risuscitato, i discepoli dubitano ancora [Cf Lc 24…] […] Per questo l’ipotesi secondo cui la Risurrezione sarebbe stata un «prodotto» della fede (o della credulità) degli Apostoli, non ha fondamento. Al contrario, la loro fede nella Risurrezione è nata - sotto l’azione della grazia divina - dall’esperienza diretta della realtà di Gesù Risorto”.  Immedesimiamoci un po’ di più nella situazione concreta e nella mente delle persone coinvolte: è un Evento accaduto realmente; Apostoli e discepoli hanno dimostrato di non essere capaci di prevederlo, né di comprenderlo, quando lo stesso Gesù ne aveva parlato in alcune predizioni; il loro pensare e il loro volere è stato spiazzato dal Fatto di quell’Uomo Risorto: un Fatto inaspettato che li ha travolti, e beneficamente!

crisostomoA questo proposito S.Giovanni Crisostomo (Patriarca di Costantinopoli, fra i più illustri Padri della Chiesa, vissuto tra IV e V sec.) in una sua omelia, trattando della “debolezza di Dio” più forte degli uomini, che si manifestò nel coraggio e nella sbalorditiva opera evangelizzatrice dei primi apostoli si domanda e spiega: «come poteva venire in mente a dodici poveri uomini, e per di più ignoranti […], di intraprendere una simile opera? […] come potevano pensare di affrontare tutta la terra? Che fossero paurosi e pusillanimi l’afferma chiaramente chi scrisse la loro vita senza dissimulare nulla e senza nascondere i loro difetti […] Costui, dunque, racconta che quando Cristo fu arrestato dopo tanti miracoli compiuti, tutti gli apostoli fuggirono e il loro capo lo rinnegò. Come si spiega allora che tutti costoro, quando il Cristo era ancora in vita, non avevano saputo resistere a pochi giudici, mentre poi, giacendo lui morto e sepolto e, secondo gli increduli, non risorto, e quindi non in grado di parlare, avrebbero ricevuto da lui tanto coraggio da schierarsi vittoriosamente contro il mondo intero? Non avrebbero piuttosto dovuto dire: E adesso? Non ha potuto salvare se stesso, come potrà difendere noi? […] Come potrà tenderci la mano da morto? […] È evidente perciò che, se non lo avessero visto risuscitato e non avessero avuto una prova inconfutabile della sua potenza, non si sarebbero esposti a tanto rischio »  (Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Prima lettera ai Corinzi). 

Un’esplosione di luce,  un evento che rinnova il mondo

Nel memorabile  Intervento al Convegno della Chiesa Italiana, celebrato a Verona dieci anni fa, Papa Benedetto XVI dichiarava: “La Risurrezione di Cristo è un fatto avvenuto nella storia, di cui gli Apostoli sono stati testimoni e non certo creatori. Nello stesso tempo essa non è affatto un semplice ritorno alla nostra vita terrena; è invece […] l’ingresso in un ordine decisamente diverso, che riguarda anzitutto Gesù di Nazareth, ma con Lui anche noi, tutta la famiglia umana, la storia e l’intero universo:  per questo la risurrezione di Cristo è il centro della predicazione e della testimonianza cristiana”. L’Avvenimento di Gesù risorto:  1. E’ un Evento unico: Nella storia umana soltanto di Lui viene testimoniato che è tornato alla vita, con una presenza e un amore  llimitati;  e lo testimonierà uno fra i  più  decisi nemici di Cristo, Saulo di Tarso, condotto dai fatti a verificare che lo stesso Gesù, incontrato davvero vivo, è “la pienezza della Divinità corporalmente presente” (Colossesi  2, 9).  2. E’ un Evento che non si può mai ridurre: sbalordisce, inquieta sempre, resta un fatto differente, eterogeneo rispetto a noi umani; non possiamo mai confinarlo tra le cose risapute, ovvie, scontate.  3. E’ un Evento trasformante: le prospettive sulla vita, sull’uomo, sulla realtà, vengono capovolte e nasce una visione delle cose, una vita completamente nuova.  Concludiamo ancora con Benedetto: “E’ un grande mistero […], la cifra di questo mistero è l’amore e soltanto nella logica dell’amore esso può essere accostato e  compreso: Gesù Cristo risorge dai morti perché tutto il suo essere è […] unione con Dio, che è l’amore […] La sua risurrezione è stata dunque come un’esplosione di luce, un’esplosione dell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé” (Benedetto XVI, 4° Convegno della Chiesa Italiana. Verona, 19 Ottobre 2006).