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Riportiamo la testimonianza di una nostra giovane amica del Carmelo che ha partecipato all'Incontro Europeo dei Giovani tenutosi ad Avila, in occasione del V centenario della nascita di Santa Teresa di Gesù.logo eej2015 transparent

di Alessandra Prandini

Incomincerei a raccontare dell’esperienza che ho vissuto ad Avila proprio dal titolo di questo Incontro europeo dei giovani: “En tiempos recios amigos fuertes de Dios”, “In tempi difficili amici forti di Dio”. Siamo arrivati ad Avila nella luminosa e calda sera spagnola di mercoledì 5 agosto e una delle prime cose che ho notato subito quella sera è stata proprio il titolo, stampato sulla maglietta che faceva parte del kit del ‘peregrino’.

Mi ha sorpreso questo titolo, facendomi riflettere. Non era affatto un titolo banale ed èproprio questo aggettivo che mi ha colpito: recios, difficili; questi in cui viviamo sono tempi difficili e mi sono resa conto che noi eravamo lì, ad Avila, per imparare ad essere amici forti di Dio. E per imparare questo abbiamo bisogno di una grande maestra interiore che ci insegni a conoscere noi stessi e Dio, Santa Teresa, che di amicizia forte e salda con Dio ne sapeva qualcosa.

E in effetti Santa Teresa ci ha accompagnato lungo questi giorni. Sono stati giorni intensi scanditi da momenti di preghiera, di adorazione, di celebrazione eucaristica, di musica, di divertimento, di visita ai luoghi teresiani e alla meravigliosa cittadina medievale.

Durante le giornate abbiamo avuto la possibilità, direi la grazia, di vivere insieme momenti di catechesi tenute da vescovi spagnoli che ci hanno aiutato a capire di piùla spiritualitàdi Santa Teresa d’Avila, i suoi insegnamenti, a capire cos’èil castello di cui parla, Chi abita nella stanza centrale di questo castello, cosa sono le varie dimore al suo interno, ‘las moradas’. È stato molto significativo l’incontro che abbiamo fatto con il vescovo Xavier Novell, che con uno stile giovanissimo ci ha spiegato queste dimore in modo semplice e coinvolgente.

È stato bello poi poter vedere, toccare con mano i luoghi in cui ella ha vissuto gran parte della sua vita: abbiamo visitato la casa natale, il monastero dell’Incarnazione che èil primo monastero in cui ha vissuto, ed infine il convento di San Giuseppe, con cui il progetto riformatore di Teresa si fece realtà.

Un momento molto toccante è stato quello della veglia che abbiamo vissuto la sera dell’8 agosto. Nella distesa di prato sotto le splendide mura della cittadina di Avila c’era un grande palco dominato da una grandissima croce e su questo palco tutte le sere dell’incontro alcuni artisti cristiani spagnoli davano vita ad un vero e proprio concerto e ai piedi del palco stavamo noi giovani che insieme seguivamo e ballavamo a ritmo di musica. Anche questi momenti di divertimento erano vissuti in modo particolare, diverso, perchésapevamo che quelle canzoni erano cantate in onore di Dio, per rendere, come gridavano gli artisti che si esibivano, ’gloria a Dios’. Era uno spettacolo il fatto stesso di vedere tutti quei giovani contenti che insieme ballavano.

La sera dell’8 agosto quel palco si trasformò in un altare. Quella sera infatti non era la musica del concerto che attirava l’attenzione ma qualcun Altro. In quella serata particolare abbiamo partecipato insieme alla veglia di preghiera, che èstata molto ricca: si sono alternati canti, momenti di testimonianze e una breve riflessione del vescovo Xavier dopo la quale egli ha esposto l’Eucarestia e abbiamo avuto cosìla possibilitàdi vivere l’adorazione eucaristica. Era uno spettacolo ancora piùgrande poter vedere tanti giovani, 6 mila, in un silenzio che si è prolungato per piùdi mezz’ora davanti all’Eucarestia. E qui mi torna in mente la frase di Teresa che ci ha accompagnato durante quest’esperienza: “Mira que te mira”, “Guarda che ti guarda”.

Sono stati diversi i momenti in cui abbiamo avuto la possibilità di far adorazione eucaristica e ogni volta si sentiva lo stesso clima intenso. Sono stati momenti di ricarica. Il vescovo Xavier ci disse infatti durante la veglia che solo Lui può ricaricare il nostro cuore, e riportandoci una frase di Santa Teresa “Lo importante es que mireis”, ‘l’importante è che Lo guardiate’.

Lo stesso spirito di comunione che abbiamo vissuto durante la veglia si percepiva anche durante la messa conclusiva, che abbiamo celebrato la mattina del giorno seguente, domenica 9 agosto. Tutto vissuto insieme, condividendo, ’compartiendo’ come dicono gli spagnoli, con altri giovani.

Durante queste giornate ho sentito lo stesso clima che ho respirato alla Giornata Mondiale della Gioventùdi Madrid, il clima appunto di condivisione e fraternità con persone del proprio gruppo e anche con persone mai viste prima, con cui senti un certo legame che è quello della fede e della comune e gioiosa ricerca di Dio. È stata una GMG carmelitana che mi ha aiutato a capire di piùla grandezza della figura di Santa Teresa e a far crescere l’interesse verso questa grande Santa.