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di P. Antonio Maria Sicari ocd

MISERICORDIA PER I PICCOLI

San-Girolamo-Emiliani1. San Girolamo Emiliani (1486-1537).

Non è un santo molto noto, e tuttavia la Chiesa gli ha riconosciuto il titolo di «Patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata»Era un nobile veneziano, in un tempo in cui la città e l’intera Europa erano sconvolte dalla carestia e dalla peste. Invece di arroccarsi nella sua nobile e agiata condizione sociale, Girolamo ascoltò «l’infinito lamento dei poveri» e vi scoprì «la dolce occasione» che Dio finalmente gli dava per poter donare tutto al suo amato Gesù Crocifisso.

In pochi giorni vendette arazzi, tappeti, argenterie e, se durante il giorno spendeva il denaro così accumulato per soccorrere quanti più miseri poteva, la notte vagava per le strade a raccogliere infermi caduti per via e a seppellire morti abbandonati lungo le calli. Alla fine raccolse attorno a sé alcune centinaia di ragazzi abbandonati e creò per loro una grande famiglia (dotata di maestri artigiani, di mezzi e di ambienti) in cui educarli, istruirli e introdurli dignitosamente nel mondo del lavoro. Creò così una scuola di “arti e mestieri”, nella quale vigeva il metodo della “partecipazione e corresponsabilità”. Preghiera, carità e lavoro erano i pilastri del suo metodo educativo. Col passare degli anni, pur essendo laico, Girolamo – che gli amici chiamavano affettuosamente “il vagabondo di Dio” e “il pellegrino della carità” – si trovò a essere attorniato da collaboratori (anche preti) che lo consideravano padre, maestro e guida spirituale, divenendo Fondatore della Compagnia dei Servi dei Poveri.

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2. San Giovanni Bosco (1815-1888).

San-Giovanni-Bosco-sacerdoteMerita particolarmente di essere ricordato, dato che – proprio in quest’anno giubilare della misericordia– ricorre anche il bi-centenario della sua nascita. La Chiesa intera riconosce in lui un vero genio dell’educazione: quella basata sul metodo preventivo, che sa andare direttamente al cuore dei ragazzi. Era una sua particolare caratteristica quella di saper unire assieme la severità del richiamo e della correzione, con la dolcezza del sorriso. Chi lo osservava in quei momenti diceva: «Nei Santi come in Dio la giustizia e la misericordia si danno un bacio ineffabile» (Memorie, vol XVIII). E quando Don Bosco parlava ai suoi giovani del sacramento della confessione, lo faceva in modo da far capire che «per lui speranza, misericordia, confessione erano sinonimi» (Memorie, vol. XX).

Si calcola che Don Bosco abbia assistito e educato nei suoi Oratori non meno di centomila ragazzi sbandati, inventando per loro le prime “scuole del lavoro” (firmando lui stesso i primi contratti di apprendistato), le prime “scuole serali e domenicali”, le prime “società di mutuo soccorso per operai”, la prima «Biblioteca per la gioventù italiana» (curando lui stesso la pubblicazione di 204 agili volumi). E fu il primo prete ad avere una sua speciale galleria nella «Esposizione nazionale della Scienza dell’Industria e dell’Arte» che si tenne a Torino nel 1884. Ma tutto nasceva da un giuramento interiore, che Don Bosco spiegava così ai suoi ragazzi: «Ho promesso a Dio che fino all’ultimo mio respiro sarebbe stato per voi giovani. Io per voi studio, per voi lavoro, per voi sono anche disposto a dare la vita. Fate conto che quanto io sono, sono tutto per voi, giorno e notte, mattina e sera, in qualunque momento».