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di Sr. Margherita della Croce - Carmelo di Venezia

Appena iniziata l’emergenza ci siamo sentite rivolgere questa domanda: ma voi, che siete abituate alla clausura, come vivete questo tempo e cosa potete dirci? Abbiamo scoperto che anche noi, pur essendo chiuse in monastero, viviamo una situazione diversa: l’assenza dei fedeli, dei rapporti con i vicini, di chi bussa alla nostra porta ...nessun campanello! Ne sentiamo la mancanza, percepiamo il mondo fermo, in attesa, tutto è incerto.

I nostri progetti e programmi sono saltati e in un solo istante! Anche per noi è tempo di preoccupazioni e di sofferenza non solo per i conoscenti colpiti dal virus, ma perché sentiamo la sofferenza smarrita dell’umanità, dei fratelli che con più frequenza ci chiedono, per telefono o per e-mail, di pregare. Condividiamo sulla nostra pelle la fragilità di tutti, la paura, e ci sentiamo più vicine.

Eppure scopriamo che in questo momento oscuro e misterioso si nasconde una grazia speciale, un’opportunità offerta a tutti: scoprire una profondità e autenticità nei rapporti, la gratuità di tante piccole-normali cose prima scontate. Questo tempo, poi, che ci ha sbattuto in faccia la nostra povertà e piccolezza, ci impone delle domande: per chi vivo e come vivo? La solitudine e il silenzio che ci circondano possiamo scoprirli pieni di una Presenza che sempre ci aspetta; noi ne siamo testimoni: solitudine e silenzio sono abitati, come potremmo altrimenti vivere sempre chiuse in monastero?

Anch’io, se pur faticosamente, sento che l’oscurità della prova è percorsa da una Luce, ed è ciò che mi fa vivere nella speranza e nella fiducia perché nulla è sprecato, “tutto è grazia”, e il dopo potrà essere migliore perché dentro potremo essere più ricchi, anche se più poveri.